Sanihelp.it – Apprezzata in cucina, dagli chef stellate fino alle mure di casa, la fermentazione, tecnica utilizzata da sempre per la conservazione degli alimenti, è approdata di recente nella cosmetica, pronta a diventare, come confermano le analisi dell’istituto Mintel, una delle tendenze più forti nel 2025. Questo grazie al fatto che, una volta fermentati, gli ingredienti classici della cosmesi naturale, come l’olio d’oliva ad esempio, ma anche gli estratti di erbe e fiori aggiungono virtù a virtù diventando ancora più efficaci nel prendersi cura della bellezza e della giovinezza della pelle.
Ciò che cambia evolve e ciò che evolve migliora. La fermentazione si può spiegare così, scomodando Darwin e la sua teoria evoluzionistica: durante il processo, semplice ma al tempo stesso straordinario che porta una sostanza, un alimento oppure un ingrediente cosmetico, a fermentare si modifica e si trasforma la qualità stessa della sostanza che diventa più attiva, efficace e benefica.
L’idea di sfruttare la fermentazione in cosmetica arriva dall’Oriente, in particolare dalla Corea, terra di grandi innovazioni in tema di cura della pelle. Si racconta che un cosmetologo giapponese alla ricerca di nuovi principi attivi da inserire nelle formule si sia imbattuto per caso in una fabbrica di saké dove avrebbe notato che le mani degli operai erano più morbide e giovani rispetto al viso e questo perché restavano a contatto per ore con i lieviti fermentati del riso che servono per la preparazione della bevanda. Sia pur romanzato questo si può considerare il punto di partenza per tutto un filone sempre più fervido della cosmetica orientale che sceglie gli estratti fermentati per regalare benefici extra alla pelle.
Il punto di forza della fermentazione in cosmetica? Identico a quello della cucina: potenziare al massimo, attraverso un processo del tutto naturale e quindi green, l’attività e l’efficacia dei principi attivi.
Gli oli vegetali Sono l’esempio più immediato di come la fermentazione li renda più potenti. Un olio di oliva fermentato arriva infatti ad avere un quantitativo di benefici acidi grassi Omega 6 e 9, fortemente ristrutturanti, 50 volte superiore a quello di un olio d’oliva tradizionale. Anche le proprietà antiossidanti dell’olio d’oliva aumentano di cinque volte grazie al processo di fermentazione.
Il te nero: in Cina viene chiamato »elisir di lunga vita» per le sue benefiche proprietà che nascono proprio dal processo di fermentazione delle piccole foglioline della camelia sinensis. Con l’aggiunta di zucchero e lievito, il te nero in una decina di giorni dà vita a un estratto fermentato concentrato, ricco di acido glucoronico che aiuta a detossinare la pelle, probiotici, vitamine del gruppo B e polisaccaridi che la nutrono in profondità, tannini dal forte potere antiossidante capace di preservare la luminosità e la giovinezza della cute.
I fiori, i cereali, le erbe La cosmetica, in particolare quella orientale, utilizza un lungo elenco di sostanze fermentate che vanno dai petali dei fiori, il crisantemo e il fior di loto, dai cereali come il riso, alle erbe come il tarassaco, dalle radici come il ginseng ai funghi, dalle bacche come l’acerola ai frutti come l’albicocca che, fermentati in un ambiente protetto con tempi e modi che variano da ingrediente ad ingrediente e richiedono grande sapienza cosmetica, diventano ancora più potenti nel regalare benefici effetti alla pelle.