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Il virus Oropuche forse si trasmette per via sessuale

Salute

Sanihelp.it – La malattia da virus Oropouche è causata dal virus omonimo che sta circolando in America centrale e meridionale e nei Caraibi e che può essere trasmesso agli esseri umani principalmente attraverso la puntura di una sorta di piccolo moscerino o di alcune zanzare, al momento non presenti in Italia o in Europa. Perché allora se ne parla? Perché negli ultimi mesi si sono registrati circa 10 mila casi al mondo, di cui alcuni anche in Italia, tutti importati e senza conseguenze gravi, ma anche i primi due decessi, in Brasile.


Al momento non è stata confermata la possibilità di una trasmissione da uomo a uomo del virus, però, è notizia di pochi giorni fa, sembra possa trasmettersi anche attraverso rapporti sessuali non protetti. A dirlo è il dipartimento di malattie infettive, tropicali e microbiologia dell’Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, Valpolicella (Verona) che dopo aver diagnosticato i primi casi europei nello scorso mese di giugno ha infatti isolato, per la prima volta al mondo, il virus nel liquido seminale di un viaggiatore italiano di ritorno da Cuba, al quale era stata diagnosticata l’infezione oltre due settimane prima. La scoperta, pubblicata su Emerging Infectious Diseases, rivista del Cdc, agenzia federale Usa per la prevenzione e il controllo delle malattie, apre nuovi e importanti scenari di salute pubblica.

Secondo Federico Gobbi, direttore del Dipartimento protagonista della ricerca, «la nostra scoperta indica la possibilità di trasmissione dell’infezione da uomo a uomo, ancora ad oggi mai descritta. Il livello di rischio per l’Italia è attualmente molto basso, tuttavia sono necessari ulteriori studi ed è importante non abbassare la guardia per evitare potenziali rischi».

«Il primo imperativo è quello di conoscere meglio questo virus sino ad oggi poco studiato», aggiunge Concetta Castilletti, responsabile dell’Unità di Virologia e patogeni emergenti dell’Irccs Sacro Cuore Don Calabriadi Negrar, co-autrice della pubblicazione. «Per questo motivo, dopo aver isolato il virus lo abbiamo messo subito a disposizione, in un’ottica di condivisione e collaborazione, di alcuni dei più importanti laboratori italiani ed esteri, tra cui l’Istituto superiore di sanità (ISS), l’Istituto Spallanzani di Roma, l’Istituto di Medicina tropicale di Anversa, il Netherlands Centre for Infectious Disease Control, il Charité Universitätsmedizin di Berlino. Saranno inoltre fondamentali studi di competenza vettoriale, per verificare se le zanzare e i moscerini presenti alle nostre latitudini siano potenzialmente in grado di trasmettere l’infezione da Oropouche, ed a tal fine stiamo già collaborando con l’ISS».

Intanto può essere utile avere un’idea dei sintomi della malattia. «Si manifestano di solito dopo 3-8 giorni dalla puntura dell’insetto vettore, e sono in gran parte sovrapponibili a quelli di altre febbri virali tropicali come dengue, Zika o chikungunya: febbre alta (oltre i 39 gradi C) accompagnata da mal di testa, dolore retrorbitale, malessere generale, dolore alle articolazioni, nausea e vomito. Sono stati inoltre registrati sporadici casi di interessamento del sistema nervoso centrale, come meningite ed encefalite. Nel 60% circa dei casi dopo la prima fase acuta i sintomi si ripresentano, in forma meno grave: di solito da due a dieci giorni, ma anche dopo un mese dalla prima comparsa» conclude Gobbi.

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