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Come si diventa non monogami?

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Sanihelp.it – Quando nella vita di una persona avviene quel click che fa passare dalla monogamia a uno stile di vita non monogamo? Se lo è chiesto la piattaforma per la ricerca di relazioni extraconiugali e non-monogame Ashley Madison che ha quindi deciso di proporre a 2.520 iscritti un sondaggio sull’argomento, svoltosi nel mese di settembre 2023. I risultati mostrano che alcune persone sarebbero inclini a impostare una relazione non monogama, ma si sentono bloccate da alcuni timori, come la paura di offendere il proprio partner (49%), la paura che si creino complicazioni nella relazione principale (33%), la paura della rottura della relazione principale (27%), e alcuni di questi timori sono accompagnati anche da insicurezze come l’inadeguatezza (20%) e la sensazione di essere sostituibili (19%).


Cosa dunque porta al superamento del limite e al cambiamento? «Il concetto di limite è un costrutto molto importante, a livello psicologico ha a che fare con molteplici aspetti che comprendono: caratteristiche di personalità, stili familiari e influenze ambientali» spiega  Marta Giuliani, psicologa, psicoterapeuta, sessuologa Clinica e socia fondatrice della Società Italiana di Sessuologia e Psicologia. «La scelta di superare questo limite può seguire un momento di ridefinizione di sé a livello più ampio; alcune persone hanno bisogno di eventi forti e importanti per capire meglio se stessi o per rendersi conto che stavano vivendo qualcosa di non completamente adeguato alla propria persona. In questi casi l’evento forte o traumatico funziona come fiamma che accende una miccia di qualcosa che però era già pronto per essere attivato ma che era rimasto sopito». 

Inoltre, dai dati del sondaggio emerge che la maggioranza di chi vede la non-monogamia come definitiva sono soprattutto le donne (50% donne vs 40% uomini): questo dato, tanto interessante quanto curioso, mostra come nelle donne questo assetto relazionale viene concepito come un vero e proprio stile di vita. Ma come mai? «Ricordiamo sempre che dal punto di vista psicologico, la nostra mente preferisce situazioni più definite rispetto a condizioni troppo fluide. Nel senso che, anche nel superamento del limite, avere una struttura è rassicurante per la mente e più facile a livello organizzativo. Le donne rispetto agli uomini hanno, a livello relazionale, una maggiore propensione alla definizione dello status, qualunque esso sia» continua l’esperta.

Infatti, gran parte delle persone che vivono relazioni non-monogame dichiarate hanno comunque una routine, ad esempio il 37% dedica tra le due e le tre notti al mese a incontri con partner secondari. Non sembra essere poi un tabù raccontare ai propri amici e conoscenti del proprio stile di vita non-monogamo, il 37% esterna questa scelta di vita senza preoccuparsi del giudizio degli altri. Tuttavia, va fatta una distinzione tra donne e uomini: sembra che siano le donne quelle più a proprio agio a condividere apertamente lo stile di vita di non monogamo. In termini di percentuali, il 57% delle donne è incline a parlarne con persone esterne, mentre lo è solo il 35% degli uomini. In sostanza, come si legge nella nota della piattaforma, «per quanto la maggioranza delle persone possa vedere la non-monogamia come un tabù sociale, essa rappresenta una nuova forma relazionale e può essere paragonata ad una forma di cambio vita, come può essere cambiare totalmente professione e trasferirsi in un altro paese. È spesso dettato da meccanismi di auto-realizzazione che facevano sempre parte di una persona ma che sono emersi in un momento specifico della vita di questa».

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