Sanihelp.it – Si è appena concluso giugno, il mese arcobaleno, così chiamato perché è durante questo periodo che in tutto il mondo si tengono manifestazioni per sensibilizzare sul tema del rispetto della diversità sessuale (la bandiera arcobaleno ne è il simbolo). Quest’anno, poi, si celebravano i 50 anni dai cosiddetti moti di Stonewall (serie di scontri tra omosessuali e polizia registratisi a New York ne giorni a cavallo tra giugno e luglio del 1969), che, diedero il via a quello che poi è stato ribattezzato movimento di liberazione omosessuale.
Per l’occasione Babbel, la app per imparare le lingue online, ha voluto dare un proprio piccolo contributo per la sensibilizzazione sul tema realizzando un piccolo vocabolario con «le parole fondamentali da conoscere per poter parlare in modo informato e consapevole del Gay Pride e del mondo LGBT». Un vocabolario che non esaurisce certo la sua utilità terminato il mese arcobaleno.
Si parte proprio dall’acronimo LGBT, che si usa in Italia dagli anni 90 per rappresentare in genere chi non si identifica come eterosessuale. La sigla comprende infatti: L di lesbiche, ovvero donne con un orientamento sessuale omosessuale; G di Gay, uomini con orientamento sessuale omosessuale, B di Bisessuali, ovvero quanti non si riconoscono in un solo orientamento sessuale e T di Transessuali, cioè individui in cui i caratteri sessuali non trovano corrispondenza con l’identità di genere del soggetto e che, di conseguenza, solitamente cercano di passare al genere sessuale in cui si identificano.
Più recentemente l’acronimo si è arricchito anche di altre due lettere, LGBTQI, ma sono ancora in molti a ignorare il significato di queste due ultime aggiunte. Q sta Queer che, come spiegano quelli di Babbel, «letteralmente, in inglese significa strano, stravagante, e viene usato in questo ambito per indicare una persona che non si identifica strettamente nelle principali categorie e che, in generale, si trova in disaccordo con le etichette, non ritenendole complete a descrivere la complessità della propria identità sessuale». La I, invece, sta per Intersessuali, ovvero «le persone i cui cromosomi e caratteri sessuali non sono definibili né come maschili né come femminili».
Transgender è sinonimo di transessuale e, precisando meglio quanto già detto sopra, indica un individuo in cui «l’identità sessuale non corrisponde all’identità di genere. Questa condizione, indicata dalla psichiatria come disforia di genere, porta in genere alla transizione tra i due sessi attraverso terapie ormonali, psicoterapiche e chirurgia estetica e ricostruttiva». Coloro nei quali, invece, «i caratteri sessuali corrispondono all’identità di genere» sono detti cisgender o cisessuali.
Con la parola Pride (o Gay Pride), normalmente tradotto in italiano come orgoglio/fierezza gay si identifica la promozione di «una serie di atteggiamenti e iniziative (cortei, manifestazioni, campagne di sensibilizzazione) che hanno come scopo finale quello di ribadire la bellezza della diversità sessuale e il concetto che l’orientamento e l’identità sessuali sono presenti fin dalla nascita nell’individuo e sono, di conseguenza, innati».
Chiudiamo con una nota dolente ma che non si può ignorare, la parola omofobia, che sta a indicare una «forma di odio irrazionale basata sul pregiudizio e rivolta contro le persone appartenenti alla categoria LGBT». Essa si traduce in atti diversificati: «dalla semplice accettazione di azioni discriminatorie commesse da altri a danni delle persone LGBT, alla vera e propria azione verbale o fisica nei confronti delle minoranze sessuali».