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Nasce la task force per il sesso responsabile

Covid-19

Sanihelp.it – La maggiore attenzione alle precauzioni per la prevenzione di infezioni trasmesse per contatto, come l’infezione da Covid-19, contribuiranno a modificare i comportamenti sessuali e ad evitare la diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili? Nasce da questo quesito Safe is the new normal, la nuova campagna educational di Durex per promuovere comportamenti consapevoli in ambito sessuale, in collaborazione con Anlaids.


La situazione prima dello scoppio della pandemia Covid-19 non era affatto rosea: le conoscenze su rischi e pericoli per la salute in tema di malattie sessualmente trasmissibili erano spesso sommarie, vissute con noncuranza circa il loro potente impatto sulla vita, soprattutto da parte dei giovani. A questo si aggiungeva una scarsa informazione sulle modalità di trasmissione e di conseguenza su quali comportamenti adottare per la prevenzione, con i tabù che giocavano ancora un ruolo importante. Una normalità, quindi, non abbastanza corretta e che, oggi ancora di più, richiede maggiore impegno in termini di prevenzione e salute pubblica.

Serve quindi una Task Force di esperti in ambito medico-scientifico multidisciplinare col compito di trasmettere un messaggio di rottura rispetto alla normalità in fatto di abitudini sessuali tipiche del periodo precedente al lockdown, sensibilizzando la popolazione sul ruolo cruciale che gioca la prevenzione anche in questa sfera. I membri dellaTask sono Massimo Galli, infettivologo dell’Ospedale Sacco di Milano, riconosciuto come uno dei principali punti di riferimento della comunità scientifica per il suo impegno nella ricerca sull’HIV e oggi anche sul Covid-19, Sonia De Balzo, sessuologa specialista in psicologia clinica e dello sviluppo dell’Ospedale Cotugno di Napoli, Alberto Venturini, psicologo e psicoterapeuta cognitivo comportamentale presso la Struttura Complessa Malattie infettive Ospedale Galliera di Genova e Alessandra Scarabello, dermatologa presso l’INMI Spallanzani di Roma.

«Tutte le grandi epidemie hanno lasciato profonde tracce nella cultura e nei comportamenti umani. È quindi atteso che anche Covid lasci segni profondi. Che poi una malattia trasmissibile per via aerea e per contatto diretto abbia condizionato anche i comportamenti sessuali di questo periodo certamente non stupisce. In un’epidemia come questa, l’altro è stato percepito, se sconosciuto, come pericolo. E se partner abituale non convivente, è diventato a lungo inaccessibile. Un impatto certamente differente rispetto all’AIDS, che ha segnato la cultura sessuale dell’ultimo ventennio del secolo scorso, ma la cui influenza è andata attenuandosi nel tempo, almeno nella consapevolezza, nelle attitudini e nei comportamenti delle ultime generazioni» sottolinea Massimo Galli. «Ma la crisi causata da Covid offre l’opportunità di ripartire bene anche da questo punto di vista, cogliendo l’opportunità di programmi educativi volti ad estendere i comportamenti responsabili anche all’ambito sessuale. Da oltre trent’anni ANLAIDS porta nelle scuole messaggi di prevenzione e per una cultura della responsabilità che si traduca in esercizio responsabile della propria sessualità. È tempo di riprenderli dopo la pausa che Covid ha imposto».   

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