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Staminali contro l’impotenza?

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Sanihelp.it – Un’arma in più contro i problemi di disfunzione erettile potrebbe arrivare dalle cellule staminali. Gli scienziati del Centro danese per la medicina rigenerativa stanno, infatti, sperimentando un nuovo trattamento a base di queste cellule: un'iniezione alla base del pene sembra in grado di rinvigorire i nervi e i vasi sanguigni dell'organo sessuale, permettendo di ripristinare meccanismi erettivi alterati.


Al momento, la tecnica è stata testata solo su uomini sottoposti a prostatectomia, cioè all’intervento di rimozione della prostata in seguito a un tumore, operazione che può determinare, come effetto avverso, un deficit dell’erezione. Soren Sheikh, direttore della struttura scandinava, ha sottolineato come alcuni dei pazienti sottoposti all’iniezione di staminali abbiano riconquistato le capacità di erezione per più di un anno ma anche ribadito come siano necessari studi più ampi per garantire la sicurezza e l'efficacia anche più a lungo termine del nuovo trattamento. Il ricercatore ha anche aggiunto che la  terapia con cellule staminali potrebbe aiutare pure gli uomini con disfunzione erettile da altre cause, come diabete, malattie cardiache, ipertensione e semplice invecchiamento.

Secondo quanto riportato dal Daily Mail, la tecnica impiegata non differirebbe molto da altre già descritte e impiegate in medicina rigenerativa: si ricorre cioè prima a una sorta di liposuzione, per prelevare tessuto adiposo dal paziente, in modo da ricavare da questo grasso autologo, grazie a un’operazione di centrifuga, le cellule staminali necessarie per poi essere reiniettate nello stesso individuo. Ulteriori dettagli sulla tecnica saranno però resi noti in occasione del congresso della Società europea per la riproduzione umana e l'embriologia (Eshre) previsto a Barcellona nel prossimo mese di luglio.

Stando alle anticipazioni diffuse in questi giorni, l’iniezione con le staminali contribuirebbe anche a ingrandire il pene, ma al riguardo l’andrologo ed endocrinologo Carlo Foresta, interpellato da La Repubblica si è mostrato scettico: «L'ingrossamento è un fenomeno ormonale, è difficile immaginare che ci possa essere un cambiamento strutturale dell'organo».

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