Sanihelp.it – Capire il bias di sopravvivenza o bias del sopravvissuto può aiutare ad aprire gli occhi, permetterà di prendere decisioni più sagge ed evitare passi falsi. Si imparerà a vedere oltre le informazioni ingannevoli e i successi mirabolanti che invadono il web…
Bias cognitivi e modelli mentali: le trappole della mente
Il bias del sopravvissuto è uno dei tanti bias cognitivi che ci ingannano. La chiave per capirli è ricordare che la nostra percezione della realtà non è la realtà stessa. Come una cartina geografica non è il territorio che rappresenta. Quando semplifichiamo qualcosa, inevitabilmente perdiamo dei pezzi per farla entrare nel nuovo formato. Ed è proprio in queste semplificazioni che si nascondono molti bias cognitivi.
Ecco alcuni bias famosi:
– Bias di conferma: diamo più peso alle prove che confermano le nostre idee;
– Effetto di mera esposizione: ciò che abbiamo già visto ci sembra più positivo;
– Bias egocentrico emotivo: ci vediamo migliori di quello che siamo;
– Bias dell'ottimismo: pensiamo che andrà tutto bene, contro ogni evidenza.
I modelli mentali invece sono le nostre rappresentazioni di come funziona il mondo. Ci basiamo su di essi per prendere decisioni e agire in modo soddisfacente rispetto alle risorse investite. Come dice Maslow, se l'unico attrezzo che hai è un martello, tutto ti sembrerà un chiodo. Imparando a smascherare i bias e sviluppare nuovi modelli mentali, si aggiungeranno attrezzi preziosi alla propria cassetta mentale.
Il bias del sopravvissuto, cos'è?
In soldoni, il bias del sopravvissuto è un errore di selezione. Ci fa sopravvalutare l'efficacia di un metodo guardando solo a chi ha avuto successo usandolo, ignorando chi ha fallito pur facendo lo stesso. Perché ci caschiamo così facilmente? Perché il nostro cervello cerca sempre di risparmiare energia (legge del minimo sforzo). Immaginare ciò che non vediamo richiede più fatica che credere a ciò che abbiamo davanti.
Nel mondo digitale, sono gli estremi a rubarci l'attenzione. La norma non fa notizia, anche se è la norma. Un imprenditore di successo difficilmente ammetterà quanto ha influito la fortuna. Chi fallisce spesso darà la colpa alla sfortuna. Sta a noi osservatori farci la domanda in più: quanti altri hanno usato lo stesso metodo senza farcela?
Il matematico che salvò gli aerei della RAF
Durante la II Guerra Mondiale, fu chiesto al matematico Abraham Wald di studiare gli impatti dei proiettili sugli aerei della RAF che rientravano dalle missioni. L'idea? Rinforzare le zone colpite. Ma Wald consigliò l'opposto: proteggere le zone degli aerei rientrati che non erano state colpite. Considerò ciò che gli altri non vedevano.
Come difendersi dal bias del sopravvissuto
Per difendersi dal bias del sopravvissuto, è importante cercare sempre dei controesempi e non basarsi sulle eccezioni per decidere. Bisogna allenare l'occhio a vedere ciò che non c'è, l'orecchio a sentire ciò che non viene detto. Si deve fondare la propria strategia sulla norma, non sul clamoroso. E bisogna concentrarsi su ciò che funziona nella maggior parte dei casi.