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Stalking, gli aspetti psicologici

In Italia sono 5 milioni le vittime di stalking

Sanihelp.it – Lo stalking è un fenomeno sempre più dilagante, come dimostra anche un’indagine campionaria condotta da Eurispes, secondo la quale le vittime, sono oltre 5 milioni e nella maggior parte dei casi, si tratta di donne.


Stando ai dati di Eurispes, lo stalking ha trovato terreno fertile anche grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie. Nella nostra società iperconnessa, infatti, questo crimine viene sempre più spesso perpetrato all’interno dei Social Network, Facebook in primis. Eppure uscire allo scoperto non è così facile, anzi, il più delle volte chi subisce decide di non sporgere denuncia.  

Con il termine anglosassone stalking (letteralmente fare la posta) si è soliti definire un comportamento molesto o minaccioso che un individuo (stalker) adotta in maniera ripetitiva nei confronti della sua vittima, che finisce per subire un disagio psichico e fisico. Il seguire una persona, ad esempio, compiere molestie telefoniche, comparire all’improvviso sul luogo di lavoro o addirittura in casa, sono tutti esempi di stalking.

In realtà, la persecuzione psicologica non è un fenomeno recente, ma solo da pochi decenni viene perseguita come reato in molti Paesi. Come anticipato, nella gran parte dei casi (circa l’80%), i comportamenti reiterati di tipo persecutorio provengono da uomini, in genere partner o ex partner della vittima, ma lo stalker può avere anche il volto di un amico, un vicino di casa, un datore di lavoro.

Secondo l’articolo 612 bis del codice penale, è punibile per il reato di stalking, con la reclusione da 6 mesi a 4 anni, chiunque causi con condotte reiterate, minacce o molestie, un perdurante e grave stato di ansia o di paura tale da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto e da costringere ad alterare le proprie abitudini di vita. Inoltre, la pena è aumentata se il fatto è commesso dal coniuge legalmente separato o divorziato o da persona che sia stata legata da relazione affettiva alla persona offesa. Secondo la legge, infine, è punibile anche chi persegue con messaggi e video su Facebook.

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