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Attacchi di panico, cosa sono e come si superano

Gestire gli attacchi di panico per ritrovare la libertà

Sanihelp.it – Gli attacchi di panico si manifestano con una paura improvvisa o una rapida escalation dell’ansia già presente e sono accompagnati da una serie di sintomi, sia di tipo somatico che di tipo cognitivo. A livello fisico, infatti, si possono provare: palpitazioni, tachicardia, sudorazione, tremori, senso di soffocamento, dolori al petto, nausea, sensazione di svenimento, brividi o vampate di calore, sensazione di torpore o formicolio a parti del corpo, paura di perdere il controllo o di impazzire, capogiri e vertigini, ecc. A livello cognitivo c’è la percezione di non riuscire a gestire un’ondata di emotività tanto forte, che ne amplifica gli effetti, innescando un circolo vizioso. Quando gli attacchi di panico sono ricorrenti e seguiti da almeno 1 mese di preoccupazione persistente di avere un’altra crisi, si parla di »disturbo da panico».


Il primo attacco di panico di solito è inaspettato, per cui il soggetto si spaventa molto, poi possono diventare prevedibili perché preceduti da alcune sensazioni, ma esiste sempre una causa scatenante. In genere, le crisi si manifestano più frequentemente nei periodi stressanti. Alcuni eventi, infatti, possono fungere da fattori precipitanti, come il matrimonio o la convivenza, la separazione, la perdita o la malattia di una persona importante, ecc.

La conseguenza diretta, per chi soffre di attacchi di panico, è l’evitamento di tutte le situazioni potenzialmente ansiogene come guidare l’auto, stare in mezzo alla folla o in coda, viaggiare, prendere l’aereo, ecc. Nei casi più gravi si arriva persino a lasciare il lavoro e a non uscire più di casa perché quello viene percepito come l’unico posto sicuro. È chiaro che una simile modalità di comportamento rappresenta un forte limite alla realizzazione personale.

Nel trattamento degli attacchi di panico la terapia cognitivo-comportamentale risulta lo strumento più efficace. Il paziente, infatti, insieme al terapeuta, apprende le modalità di pensiero e di comportamento più funzionali alla cura del disturbo. Affidarsi ai farmaci come unico trattamento è sconsigliabile, poiché non hanno un effetto risolutivo, ma solo temporaneo.

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