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In azienda: 5 consigli per motivare i lavoratori

Convegno Internazionale delle Discipline Analogiche

Sanihelp.it – Da un sondaggio di IMR Ricerche che ha coinvolto un campione di cento persone con metodo cawi – (computer-assisted web interviewing), emerge che il 93% degli intervistati ritiene prioritaria la realizzazione professionale sul lavoro rispetto a stipendio e stabilità. Solo il 15% degli intervistati però si dichiara davvero soddisfatto della propria attività lavorativa.


Felicità in azienda, leadership e team management sono stati al centro di un workshop tenutosi a Roma e condotto dagli analogisti Stefano Benemeglio ed Ercole Renzi, in occasione del Convegno Internazionale delle Discipline Analogiche, giunto alla sua nona edizione, dal titolo La voce delle emozioni: Comunicazione Analogica 2.0 – Dal Simbolismo al Negoziato Analogico.

«Le discipline analogiche trovano spazio in ambito aziendale in particolare in due modi: armonizzando l'aspetto psico-emotivo con gli obiettivi lavorativi, affinché i dipendenti affrontino le dinamiche quotidiane con un alto potere decisionale, volontà, determinazione, entusiasmo e motivazione e imparando le tecniche più raffinate della comunicazione analogica in ambito professionale per gestire rapporti relazionali e sociali al fine di abbattere le difficoltà lavorative e perseguire gli obiettivi aziendali in piena armonia», spiega Stefano Benemeglio, presidente di A.I.D.A. (Accademia Internazionale “Stefano Benemeglio” delle Discipline Analogiche) una onlus che punta alla diffusione della metodologia delle discipline analogiche, cioè delle leggi e delle regole dei linguaggi emotivi dell'uomo.«In ambito aziendale, una risorsa che ha perso stimolo all'attività lavorativa non è produttiva, è a disagio e crea emotività negativa. È compito del manager disinnescare questo processo, facendo sentire i propri collaboratori dei soggetti apprezzati. A volte può bastare osservare dei semplici consigli», spiegano Stefano Benemeglio ed Ercole Renzi.

1. Essere consapevoli che ogni azienda ha due tipi di clienti: i clienti esterni, ovvero quelli che acquistano i prodotti/servizi e i clienti interni, cioè i collaboratori. Bisogna riservare identica attenzione e identica professionalità a entrambi.

2. Spargere a piene mani attenzione, stima e considerazione: sono gli ingredienti formidabili che fanno crescere le persone e aumentano la loro motivazione. Bisogna chiedersi quanto impegno, in azienda, viene messo nel rimproverare e quanto nell'apprezzare.

3. Comprendere che in azienda nessuno sta in panchina a osservare e dirigere gli altri che giocano ma che, a partire dal top management, tutti partecipano alla partita e tutti devono mettersi in gioco e, soprattutto, in discussione.

4. Nutrire pensieri positivi a proposito dei collaboratori ed essere consapevoli che pregiudizi e stereotipi, spesso, creano esattamente le realtà negative che si vorrebbero evitare: capire che i collaboratori sono lo specchio dello stile di management di chi li guida.


5. Interpretare la propria leadership come costante attenzione a far emergere il talento dei collaboratori. Maria Montessori affermava che ogni bambino nasconde un talento: bisogna individuare e far crescere il talento di chi lavora per noi.

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