Sanihelp.it – Il medico Alfonso Caycedo, allievo di uno dei grandi maestri della psichiatria spagnola (il professor Lopez-Ibor), si specializzò nel campo dell’ipnosi per lavorare con soggetti in coma o con chi aveva subito forme invasive di elettrochoc. Alla fine degli anni Cinquanta, tuttavia, decise di allontanarsi dall’ipnosi e di elaborare un suo metodo personale.
Fu così che nel 1960 fondò presso l’ospedale Santa Isabel di Madrid il primo dipartimento di sofrologia clinica. Il nome s’ispira al greco: sôs significa ‘armonia’, phren ‘coscienza’ e logos ‘pensiero’. Determinante nel perfezionamento di questa tecnica fu soprattutto il viaggio di Caycedo in Oriente (India, Tibet e Giappone), che gli permise di scoprire i benefici dello yoga, dello zen e della meditazione, tutti metodi che, attraverso un lavoro interiore, sono in grado di agire positivamente sia sul corpo che sulla mente.
La sofrologia, infatti, combina meditazione, respirazione e rilassamento con movimenti morbidi e visualizzazioni. Lo scopo è di ritrovarsi in uno stato di relax profondo: rilassando il corpo si rilassa anche la mente e da qui la persona può cominciare il lavoro su se stessa per scoprire il proprio valore e le proprie risorse. Questo metodo, noto anche come la pedagogia della felicità, viene utilizzato anche in ambito educativo e a livello sportivo perché sviluppa l’attenzione, la memoria, la concentrazione e la motivazione. La sofrologia viene applicata anche per prevenire e gestire lo stress.
