Sanihelp.it – Cercava di superare in palleggio un avversario ed è crollato a terra: rottura del tendine d’Achille del piede sinistro per la stella dei Los Angeles Lakers, Kobe Bryant. «È terribile, terribile… Mi sembrava che mi avessero dato un calcio, ho provato a fare pressione sul tallone… ma niente…» ha raccontato lo sportivo dolorante e trattenendo le lacrime. «Ho fatto un movimento che in carriera ho fatto milioni di volte. E il tendine è saltato… Speravo non fosse questo, ho provato ad alzarmi. Ma non posso camminare».
Una data difficile da dimenticare, quella del 12 aprile scorso, visto che l’infortunio potrebbe segnare la fine della sua carriera. Bryant, accolto in stampelle dai cronisti dopo la gara, ha dichiarato: «Non ho mai dovuto affrontare un'esperienza come questa. Altri giocatori hanno avuto quest'infortunio, posso solo rivolgermi a loro per vedere quale soluzione si è dimostrata più efficace e quale ha permesso di tornare in campo il più in fretta possibile».
Già, un problema non raro, quello della lesione del tendine d’Achille nel basket, tanto che a fine marzo, negli Stati Uniti, in occasione del meeting annuale della American Academy of Orthopaedic Surgeons, è stato presentato uno studio scientifico ad hoc, riguardante il recupero post lesione del tendine d’Achille proprio nei giocatori dell’Nba. Ma i risultati potrebbero non essere particolarmente confortati per Bryant: quasi il 40% dei cestisti interessati dall’infortunio, e presi in esame nella ricerca, non è tornato a giocare e gli altri hanno mostrato una significativa riduzione della performance sportiva e del tempo di gioco.
E anche l’iniziale apparente ottimismo del campione è poi crollato, come testimonia il suo sfogo post-partita su Facebook: «Ora dovrei recuperare da una cosa del genere e tornare ad essere lo stesso giocatore, o magari anche migliore, a 35 anni?!? Come posso riuscirci? Non ne ho idea. Ho la voglia necessaria per superare tutto questo? Forse dovrei consumare la sedia a dondolo e ricordare la mia carriera. Forse è così che la mia storia finisce. Forse il Padre Tempo mi ha sconfitto… O forse no!»
Intanto è già stato operato e con successo. Dovrà tenere la gamba immobilizzata per 30-40 giorni e procedere a un lungo recupero. Lo stop dovrebbe essere di 6-9 mesi. Poi si vedrà.