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Cure sperimentali per Schumacher

Terapie

Sanihelp.it – Sulla salute di Michael Schumacher vige il più stretto riserbo ormai da quando, sul finire del 2013, è rimasto vittima di un incidente sciistico. Se ne è tornato a parlare però nei giorni scorsi, quando l’ex pilota è stato ricoverato per qualche giorno all’ospedale europeo Georges Pompidou di Parigi, affidato alle cure professor Philippe Menasché, chirurgo cardiaco pioniere della terapia cellulare per curare l'insufficienza cardiaca nonché membro del Consiglio di amministrazione dell'Istituto del cervello e del midollo spinale dell’ospedale parigino Pitiè-Salpetriere. Secondo quanto riportato dalla stampa francese, in particolare da Le Parisien, Schumi è stato sottoposto a «infusioni di cellule staminali diffuse nell'organismo per ottenere un'azione antinfiammatoria sistemica». Sempre la stampa d’Oltralpe avrebbe poi riportato alcune frasi rubate attribuite personale sanitario assicurando che il campione tedesco sarebbe cosciente.


Già a giugno 2014, in realtà, si era parlato di uno Schumacher fuori dal coma indotto e in grado di comunicare con i familiari attraverso i movimenti delle palpebre, ma è pur vero che, proprio in virtù della riservatezza in cui ha vissuto questi anni, non è dato sapere se da allora il pilota sia tornato in coma, abbia mantenuto uno stato di minima coscienza o altro. Quel che è certo è che una lettura superficiale di quanto riportato dai media potrebbe indurre molti a credere che le terapie cui sarebbe stato sottoposto, e di cui in realtà non si sa nulla, abbiano avuto risultati miracolosi.

Il rischio è che queste notizie parziali possano illudere malati e familiari, come dimostra quanto raccontato da Matilde Leonardi, direttore del Centro ricerche sul coma dell’Istituto neurologico Besta di Milano e membro della Società italiana di neurologia al Gazzettino: «Solo ieri mattina ho ricevuto due telefonate dai familiari di due pazienti che volevano informazioni per far accedere i propri figli allo stesso trattamento dell’ex pilota. Mi sono ritrovata a spiegare che non sappiamo nulla circa l’esistenza di questo trattamento».

Probabilmente, infatti, si tratta di una terapia ancora sperimentale, di quelle che possono essere tentate quando non ci sono alternative (uso compassionevole). Anche il professor Angelo Vescovi, direttore scientifico dell'IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, impegnato da anni nello studio e nella sperimentazione delle staminali cerebrali, era stato contattato alcuni anni fa da una persona che conosceva la famiglia di Schumacher, che gli aveva chiesto se si poteva fare qualcosa, anche se poi non se ne fece nulla. Lo ha rivelato egli stesso all’Ansa: «In quel periodo con il mio gruppo avevamo fatto un tentativo, dopo l'ordine di un giudice, iniettando nel cervello di un ragazzo in coma le stesse cellule che usiamo per la sclerosi multipla, con risultati abbastanza buoni. Dopo il caso Stamina, però è cambiata la legge, e da noi questo uso compassionevole è diventato molto più difficile, praticamente impossibile».

Il professore, che non è contrario all’uso di tecniche sperimentali quando non ci sono alternative, «purché siano fatti sotto il controllo di un comitato etico, in sicurezza per il paziente e nel rispetto delle leggi, come sicuramente sta avvenendo a Parigi» mette  in guardia da un altro pericolo per i pazienti, quello di finire in mani sbagliate: «Ora si rischia di creare un caso mediatico, che potrebbe portare alla nascita di cliniche che offrono trattamenti campati in aria, magari in paesi meno controllati del nostro o della Francia».

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