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Facchinetti e gli altri: vip contro la calvizie

Tricologia

Sanihelp.it – Quando Francesco Facchinetti è apparso come giudice del programma Il cantante mascherato con una chioma folta e rigogliosa non poteva certo passare inosservato. E lui non ha certo fatto mistero di cosa gli sia successo: con un video su Twitter a fine anno ha spiegato di aver fatto ricorso a un trapianto di capelli non chirurgico, una cosiddetta patch cutanea, una sorta di protesi che va sostituita periodicamente.


«A 20 anni ho cominciato a perdere i capelli e mi sono messo a cercare una soluzione» racconta nel video, spiegando di aver fatto prima ricorso all’autotrapianto di 6000 capelli dalla nuca alla fronte. Una soluzione che, però, non l’ha soddisfatto pienamente perché «è un’operazione chirurgica e fa un male pazzesco» e  dopo 4-5 anni va rifatta. Ha provato anche le polverine, che però «sporcano da tutte le parti» e le lozioni che promettono di favorire la crescita naturale del capello «quindi non favoriscono niente perché a me naturalmente non crescono».  Dopo questo percorso è quindi approdato alla patch cutanea.

L’ex dj non è certo il primo uomo famoso a provare una strategia contro la calvizie, anche se non tutti amano parlarne pubblicamente. Anzi, c’è chi si mostra in pubblico con capelli più folti, ma senza ammettere come ci sia riuscito: sembra, per esempio, il caso di Fabio Volo attorno al quale da tempo circolano ipotesi di trapianto, mai confermate.

Come Francesco, restando in ambito musicale, non ne ha invece fatto mistero Marco Masini che ha raccontato alcuni anni fa in una intervista a Ok salute e benessere: «Mi ritrovai a 19 anni con una fronte che chiamare alta era un complimento: l’attaccatura saliva, saliva… E dietro? Una chierica che si andava via via allargando e che in poco tempo avrebbe fatto invidia a un francescano. […]E così mi misi con impegno alla ricerca della soluzione. Il trapianto no, il toupet meno che meno…».  Il cantante ha così optato per l’innesto di capelli artificiali di cui è pienamente soddisfatto: «Unico inconveniente, una o due volte all’anno ci vuole una seduta di aggiustamento, per riempire i vuoti dei capelli che cadono, sia i miei sia quelli artificiali. Ma adesso ho una certezza: calvo non voglio diventare più, neanche da vecchio».

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