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Barbara De Rossi: due taglie in più a causa del progesterone

Ormoni

Sanihelp.it – Molti ricorderanno l’attrice Barbara De Rossi ai tempi della fiction Un ciclone in famiglia: recitava il ruolo della madre di famiglia rassicurante, «paffuta» come lei stessa l’ha definita. Ma la sua forma fisica non era una conseguenza delle esigenze di copione, anzi, Barbara considera una fortuna essere riuscita a lavorare nonostante i chili di troppo perché, come  ha recentemente rivelato in un’intervista a Ok salute e benessere «si fa presto a parlare di emancipazione femminile, quando invece la realtà è che una donna è accettata nel mondo del lavoro (soprattutto in quello dello spettacolo) finché rimane giovane e in forma. A una donna non è permesso né invecchiare né cambiare il proprio fisico».


In quella stessa intervista l’attrice spiega il perché di quel sovrappeso: una terapia ormonale a base di progesterone che le era stata prescritta dalla ginecologa per regolarizzare un ciclo mestruale estremamente abbondante. Una terapia  protratta per sei anni, che le ha risolto il problema regalandole, però, al contempo due taglie in più, ossia 14 chili.

«È stato un trauma per me, perché sono stata sempre magra e vedere il mio corpo totalmente rivoluzionato mi ha fatto soffrire molto» rivela De Rossi che, una volta terminate le riprese di Un ciclone in famiglia ha deciso di interrompere le cure per tornare quella di prima. «Per fortuna, i sanguinamenti non si sono più ripresentati e ho perso peso immediatamente».

Un cambio di forma che non è passato inosservato, tanto più che Barbara in quel periodo era entrata nel cast di Ballando con le stelle. Il gossip, all’epoca, si sprecò, proponendo «la dieta miracolosa di Barbara De Rossi» o attribuendo il miracolo al ballo. «Certo, la danza ha definito i muscoli, ma non ho fatto alcuna dieta miracolosa: tolto il progesterone, sono semplicemente ritornata quella di un tempo» spiega la diretta interessata. «Al di là dei pettegolezzi e degli articoli, persino buffi, che giravano in quel periodo sul mio conto, sono stata felice di aver rappresentato la rinascita delle cinquantenni. Di tutte quelle donne che, nonostante avessero superato gli anta, potevano guardarsi allo specchio e dirsi: «Se ce l’ha fatta Barbara, ce la posso fare anche io»».

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