Advertisement
HomeSalute BenessereTumoriTumore della prostata avanzato: prognosi migliori

Tumore della prostata avanzato: prognosi migliori

Tumori: prevenzione e terapia

Sanihelp.it – La prostata è una piccola ghiandola che fa parte dell’apparato genitale maschile. È posizionata al di sotto della vescica, di fronte all'intestino retto e circonda la porzione iniziale dell’uretra. Di norma ha le dimensioni di una noce, ma con il passare degli anni o a causa di alcune malattie può ingrossarsi fino a dare disturbi soprattutto di tipo urinario. La prostata ha la funzione di produrre una parte del liquido seminale rilasciato durante l'eiaculazione ed è essenziale per il mantenimento della fertilità. Tra le componenti del liquido seminale vi è anche una proteina chiamata antigene prostatico specifico o PSA che è presente e misurabile nel sangue, e i suoi valori aumentati indicano un ingrossamento benigno o maligno o un’infezione urinaria.


In caso di tumore maligno possono essere presenti delle metastasi, termine che spaventa perché viene associato a scarsa sopravvivenza, ma un approccio terapeutico recente sembra essere in grado di migliorare la prognosi del paziente nel caso di malattia oligometastatica, cioè con poche metastasi. A differenziare il tumore della prostata oligometastatico da quello con metastasi diffuse è il numero di queste ultime: da tre a cinque si parla di oligometastasi, anche se per alcuni esperti si potrebbe considerarne fino a un massimo di otto.
Con la cosiddetta PET con PSMA è possibile individuare anche metastasi precoci o di piccole dimensioni. La PET, o Tomografia a emissione di positroni, è una tecnica diagnostica di Medicina Nucleare molto usata in Oncologia e l’introduzione di un nuovo radiofarmaco, la molecola PSMA radiomarcata, consente notevoli progressi nella diagnosi del tumore della prostata. Questo rende possibile individuare anche metastasi precoci o di piccole dimensioni, così da avere una diagnosi più precisa e accurata.

«Oggi la pianificazione dei trattamenti loco-regionali in aggiunta o in sostituzione alla terapia sistemica dovrebbe essere fatta solo davanti agli esiti di una PET con PSMA che fornisce il quadro più completo e dettagliato della malattia oligometastatica» spiega Roberto Iacovelli, dirigente medico dell’unità operativa complessa di oncologia medica dell’Irccs Fondazione Policlinico Universitario Gemelli di Roma.

Video Salute

Ultime news

Gallery

Lo sapevate che...