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Preservare la fertilità nei pazienti oncologici

Tumori: prevenzione e terapia

Sanihelp.it – Si è celebrata il 4 febbraio la Giornata Mondiale contro il Cancro, durante la quale la SIRU, Società Italiana della Riproduzione Umana, ha posto il problema di preservare la fertilità nei pazienti in età fertile che devono sottoporsi ai trattamenti antineoplastici.


Circa il 3% dei nuovi casi di tumore, in Italia, viene diagnosticato a persone di età inferiore ai 40 anni. Nell’uomo i più frequenti sono il tumore del testicolo, il melanoma, il tumore della tiroide e del colon-retto, il linfoma non Hodgkin, nella donna sono il tumore del seno, della tiroide, del colon-retto e della cervice uterina e il melanoma.

«La preservazione della fertilità nei pazienti oncologici – spiega la Dottoressa Francesca Parissone, Coordinatrice del Gruppo di Interesse Speciale Donazione e preservazione della Fertilità della SIRU – rappresenta ormai una realtà possibile in molti casi. Negli ultimi anni si è via via sempre più concretizzata grazie a nuove strategie terapeutiche: da una parte vengono adottati regimi di trattamenti antitumorali a minore tossicità sull’apparato riproduttivo, dall’altra sono disponibili tecniche consolidate di crioconservazione, ovvero di congelamento di gameti, ovociti e spermatozoi, e tecniche innovative di crioconservazione del tessuto ovarico e testicolare».

La conservazione di ovociti e spermatozoi è una pratica ormai ampiamente sperimentata, mentre per il futuro si punta alla crioconservazione del tessuto ovarico e testicolare, nei pazienti colpiti da tumori durante l’infanzia, età in cui non si possono ancora produrre ovociti e spermatozoi.

L’impegno della SIRU, oltre a portare avanti la ricerca sull’oncofertilità, è quello di aumentare la consapevolezza dei medici e l’informazione ai pazienti, per garantire a tutti la possibilità di preservare la fertilità.

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