Sanihelp.it – Gli studi sul vaccino antitumorale a mRNA sono in corso in tutto il mondo, Italia compresa. L’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione Pascale di Napoli, infatti, è il primo in Italia ad avere avviato lo studio clinico di fase 3 del vaccino anticancro a mRNA di Moderna nei pazienti con melanoma. L’Istituto Pascale fa così da apripista nell’ultimo passaggio prima che il vaccino possa venire autorizzato dalle autorità regolatorie. Oltre a questo, sono in corso molti studi su farmaci immunoterapici, argomento di cui hanno parlato i massimi esperti di immunoncologia che si sono riuniti nei giorni scorsi a Napoli per la nona edizione dell’Immunotherapy e Melanoma Bridge.
«L’immunoterapia rappresenta la rivoluzione più importante negli ultimi 10 anni in campo oncologico – spiega il professor Paolo Ascierto, presidente del convegno e direttore del dipartimento di oncologia melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative dell’Istituto Nazionale dei Tumori IRCCS Fondazione Pascale di Napoli – abbiamo iniziato con il melanoma e ora molti farmaci, come i cosiddetti inibitori dei checkpoint immunitari, vengono utilizzati contro altri tipi di tumore, come quello del rene, della vescica e del polmoni. Con molta probabilità avverrà la stessa cosa per il vaccino a mRNA: cominceremo con il melanoma per poi estenderne l’utilizzo contro altre forme di cancro».
Questo vaccino è basato sulla stessa tecnologia utilizzata per i vaccini anti Covid, mediante mRNA sintetici che hanno lo scopo di insegnare al sistema immunitario a riconoscere proteine specifiche che sono espressioni di mutazioni genetiche avvenute nelle cellule malate. Lo scopo di questo vaccino non è quello di prevenire la malattia, ma di istruire l’organismo a riconoscere e combattere in modo più efficiente il tumore.
Ci vorrà ancora qualche anno perché possa essere utilizzato in terapia, ma rappresenta senz’altro una grande speranza.