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Le false informazioni sui tumori

Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro

Sanihelp.it – Nessuna malattia come il cancro è oggetto di miti e credenze, superstizioni e informazioni falsate. Questo perché per molti anni su questo tema l’informazione per il grande pubblico ha preferito sorvolare, dato che l’argomento suscitava timore.


Come spiega Paolo Vineis, epidemiologo dell’Università di Torino che insegna anche epidemiologia ambientale all’Imperial College di Londra «Alcuni anni fa l’American Cancer Society ha commissionato un sondaggio su alcune false credenze in materia di cancro per vedere quanto fossero diffuse. I risultati sono sconcertanti: un intervistato su quattro pensa che non è necessario modificare il proprio stile di vita in età giovanile per prevenire la malattia, tre persone su dieci sono convinte che i cellulari facciano venire il cancro (anche se si tratta di un argomento ancora molto controverso e oggetto di studio, per il quale non c’è alcuna evidenza scientifica). Le credenze errate possono anche portare gli individui a comportarsi in modo negativo per la salute». Grazie all’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro proviamo a sfatarne alcune.

1. La maggior parte delle persone che ha un cancro, ha un familiare malato. Falso: la maggior parte dei tumori non è ereditaria. Solo una percentuale compresa tra il 5 e l’8 per cento è ereditaria. La confusione nasce dal fatto che si dice spesso che il cancro è una malattia genetica. Una malattia dei geni, però, non è una malattia ereditaria: i geni possono infatti mutare in età adulta, oltre che essere ereditati in una determinata forma dai genitori.

2. Dopo anni che si fuma, smettere è inutile. Falso: gli studi dimostrano che benché il rischio non si azzeri del tutto, le probabilità di ammalarsi si riducono quando si smette di fumare. Ogni sigaretta in più aumenta il rischio, quindi in qualsiasi momento una persona decida di smettere di fumare, ne avrà comunque un guadagno.

3. Fare esercizio fisico previene il cancro. Vero: anche se per ora la relazione diretta è stata dimostrata solo per il cancro del colon. Chi fa sport, infatti, si ammala meno. Non è ancora del tutto chiaro il meccanismo per cui l’attività fisica esercita un’azione anticancro, quindi nessun medico saprà dire quale tipo di esercizio è migliore e quanto sport si deve praticare. Non si sa neanche a che età è meglio cominciare, ma questo vale solo per il cancro: l’esercizio, infatti, è utile per la prevenione delle malattie cardiovascolari e per evitare l’osteoporosi. Per questi obiettivi, prima si comincia meglio è.

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FonteAIRC

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