Sanihelp.it – krasLe terapie a bersaglio molecolare hanno ottenuto, dal 1998 al 2008, un aumento della sopravvivenza nei tumori di mammella, colon retto, rene, tumori stromali gastrointestinali (GIST) e linfomi nell’ordine del 5%. Grazie anche ai successi della prevenzione, dei programmi di screening e a trattamenti tradizionali sempre più affinati, oggi l’Italia si colloca tra i paesi con la più bassa mortalità per cancro in Europa.
Le terapie target hanno determinato benefici evidenti per i malati di tumore, in termini di riduzione della mortalità ma soprattutto di miglior qualità di vita. A un prezzo assolutamente sostenibile: infatti, i farmaci biologici o target incidono solo per il 4% sul complesso dei costi in oncologia. Le molecole a bersaglio, inoltre, permettono di essere impiegate in pazienti selezionati, con un utilizzo estremamente mirato e appropriato delle risorse.
È il caso di imatinib, il capostipite di questo tipo farmaci, che ha cambiato la storia della leucemia mieloide cronica resistente alla terapia con interferone. O ancora del cetuximab, da pochi giorni rimborsato dall’AIFA come trattamento di prima linea nei pazienti colpiti da tumore metastatico del colon retto caratterizzati dal gene K-Ras non mutato. Gli esperti sono concordi: il futuro sarà sempre più rivolto alla personalizzazione delle terapie per colpire la singola neoplasia.
Il carcinoma della mammella è fra quelli che più hanno beneficiato della target therapy, già disponibile in adiuvante, che può portare alla guarigione.
Gli altri tumori che hanno beneficiato di più dell’impatto delle nuove terapie target sono quello del colon, il carcinoma gastrico, il GIST e del rene. Ma gli studi sono in corso per tutte le patologie, e in questo campo il nostro Paese si pone ai primi posti al mondo: centri italiani partecipano o coordinano le più significative sperimentazioni e i nostri ricercatori sono fra i più apprezzati per il livello e l’ampiezza della produzione scientifica.