Sanihelp.it – Il tumore alla cervice colpisce circa 3.500 donne in Italia e ne uccide circa 1.000 ogni anno. Troppe, considerati gli strumenti diagnostici che abbiamo a disposizione e un vaccino preventivo. In Italia però, la media di adesione agli screening su invito è del 39,8%, con aree di criticità al Sud.
Questo il commento di Giorgio Vittori, presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), riferendosi al recente caso di Jade Goody, la concorrente del Grande Fratello inglese: «Quella della ragazza inglese è senza dubbio una vicenda triste che ha però avuto il merito di sottolineare l’importanza della prevenzione precoce: questo episodio ha determinato un incremento del ricorso al pap-test fra il 20 e il 50%, con un parallelo aumento delle richieste di vaccino. Trasmissioni televisive e testimonial possono davvero esercitare un’importanza determinante; anche perché il tumore alla cervice colpisce le persone con i livelli di reddito e di istruzione più bassi, con una scarsa integrazione sociale. Situazioni che determinano una minor prevenzione (vaccino e pap-test) e una maggiore esposizione ai fattori di rischio. In primis l’infezione da papilloma virus, responsabile di circa il 70% di queste neoplasie e, a seguire, i rapporti non protetti e l’elevata promiscuità sessuale e altre co-infezioni sessualmente trasmesse. È inaccettabile che, a fronte di strumenti efficaci ed accessibili a tutti, questo tumore rappresenti ancora il terzo più diffuso nella fascia dai 15 ai 44 anni».