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Nuova tecnica chirurgica per il tumore polmonare

Chirurgia toracica video-assistita

Sanihelp.it – Da diversi anni ormai predomina la chirurgia mininvasiva, i cui numerosi vantaggi la rendono preferibile a quella tradizionale o open. Riduzione del trauma, del sanguinamento, del dolore, tempi di ospedalizzazione più rapidi, così come quelli di recupero per il paziente. Se questi vantaggi sono riconosciuti nella chirurgia addominale, ginecologica, cardiochirurgica od otorinolaringoiatrica, non sono altrettanto noti per quella toracica polmonare, nonostante diversi studi riportati dalla letteratura internazionale evidenzino chiari benefici, soprattutto per alcune categorie di pazienti come gli anziani, con funzionalità respiratoria compromessa.


La VATS – Chirurgia Toracica Video-Assistita per il trattamento del carcinoma polmonare (per il quale in Italia muoiono oltre 27.000 persone ogni anno), ad esempio, viene praticata in Italia in un numero molto limitato di Centri, gli unici ad avere chirurghi specificatamente formati. L’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano) ha organizzato un Corso di Chirurgia Toracica, cui hanno preso parte i massimi esperti di Chirurgia Toracica provenienti da tutta Italia. All’evento, coordinato dal Professor Marco Alloisio, responsabile della Chirurgia Toracica di Humanitas Cancer Center, ha preso parte il Dottor Renè Petersen del Dipartimento di Chirurgia Toracica del Rigshospitalet di Copenhagen, dove negli ultimi sette anni sono stati praticati oltre 500 interventi di lobectomia polmonare tramite VATS.

La lobectomia per il trattamento del carcinoma polmonare con tecnica VATS, rispetto alla toracotomia tradizionale, prevede l’utilizzo di strumenti toracoscopici dedicati, inseriti attraverso 2 – 4 incisioni di accesso di piccole dimensioni. Una tecnica mininvasiva messa a punto per la prima volta in Italia agli inizi degli anni Novanta dal Professor Giancarlo Roviaro, ma che non ebbe grande diffusione nel nostro Paese. Dal 2000 la VATS incontrò però un grande successo all’estero, in particolar modo negli Stati Uniti, dove venne ampiamente sviluppata, per ritornare, poi, in Italia negli ultimi anni.

«I principali vantaggi della chirurgia toracica video-assistita per le patologie oncologiche polmonari, rispetto alla tecnica tradizionale, evidenziati dalla letteratura scientifica – spiega il Professor Marco Alloisio – riguardano principalmente (grazie al minore trauma) un minor tasso di complicazioni, soprattutto nei pazienti anziani con significative comorbidità e un miglioramento della sopravvivenza a 5 anni (79% per il gruppo trattato con VATS rispetto al 75% trattato con toracotomia)».

Un altro fronte di ricerca, come suggerito dai trial, riguarda la possibilità che i pazienti sottoposti a una lobectomia in VATS, possano avere una migliore tolleranza verso la chemioterapia dopo l’intervento chirurgico. Nel nostro Paese, tuttavia, questa tecnica stenta ancora a decollare e la casistica, circoscritta a pochi Centri specializzati, è contenuta.

«Fino a questo momento – continua Alloisio – le indicazioni per la VATS sono limitate ai primi stadi della malattia oncologica polmonare, anche se riteniamo che in un prossimo futuro possano essere estese. Per questo motivo assume una notevole importanza la diagnosi precoce per poter intervenire sul tumore quando è ancora di piccole dimensioni. Presso il nostro Centro stiamo cercando di beneficiare dei vantaggi espressi dalle nuove tecnologie per privilegiare, ove possibile, le metodiche conservative. Del resto – conclude Alloisio – questo approccio appartiene al nostro DNA, se pensiamo che il Professor Gianni Ravasi, fondatore della Chirurgia Toracica dell’Humanitas, fu il precursore della chirurgia polmonare poco invasiva, introducendo per primo la cosiddetta minitoracotomia muscle sparing, una tecnica che prevedeva un’incisione assai ridotta e anteriore, rispetto alla toracotomia tradizionale posteriore».

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