Sanihelp.it – «L’incidenza del tumore alla tiroide è in continua crescita a livello mondiale», ad affermarlo è Antonio Nicolucci, Direttore CORESEARCH, Center for Outcomes Research and clinical Epidemiology. «Considerato nel passato una malattia rara, in Italia è diventato il quinto tipo di tumore più frequente – il quarto nelle donne – mentre era il nono nel 2006. Nel nostro Paese si registra infatti uno degli aumenti più marcati con ampia variabilità nei tassi d’incidenza da regione a regione. Si stima che ci siano circa 160.000 italiani con tumore della tiroide, il 38% in più rispetto al 2010, dei quali il 76% può ritenersi già guarito. Ogni anno vengono diagnosticati oltre 3.200 nuovi casi, mentre 500 persone muoiono a causa della malattia».
Un incremento sul quale potrebbero giocare un ruolo anche una maggiore accuratezza e una più ampia diffusione dei moderni mezzi diagnostici. Contribuiscono all’insorgenza della malattia fattori ambientali, genetici, nutrizionali, economici e sociali.
«Questi dati sono preoccupanti. Benché il tumore alla tiroide non costituisca una delle principali cause di morte nella popolazione in quanto, se diagnosticato tempestivamente, è un tumore trattabile e curabile, è importante essere preparati per gestirlo al meglio sia dal punto di vista clinico sia sociale e politico, non tralasciando la questione cruciale della sostenibilità del sistema sanitario», commenta Rocco Bellantone, Preside della Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Roma e Presidente ITCO, Italian Thyroid Cancer Observatory Foundation.
L’ITCO è il primo Osservatorio sui noduli tiroidei e sul tumore alla tiroide, con il coinvolgimento di Università, Istituzioni Governative e Parlamentari, Società Scientifiche e Industria. L’obiettivo di questo neonato Osservatorio è quello di promuovere »un progetto unitario» che, attraverso una forte collaborazione interdisciplinare, permetta di raggiungere una maggiore efficacia nelle cure e nei protocolli diagnostico-terapeutici, a beneficio non solo dei pazienti ma di tutti i cittadini.
«Grazie all’attività di sorveglianza dei dati di mortalità analizzati nell’Istituto Superiore di Sanità, oggi sappiamo che di tumore tiroideo si muore di meno in Italia grazie soprattutto a una migliore capacità diagnostica e alla tempestività d’intervento», afferma Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. «Tuttavia resta ancora molto da fare sulla prevenzione. In questo senso alle varie patologie tiroidee e alle possibili strategie di prevenzione l’Istituto dedica diverse attività, tra esse: il Registro Nazionale Ipotiroidismo Congenito e l’OSNAMI, (Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della iodoprofilassi in Italia) che portiamo avanti in collaborazione con le strutture regionali deputate. Attraverso questi strumenti valutiamo la diffusione delle patologie e l’efficacia del programma nazionale di iodoprofilassi al fine di avere una bussola per orientare le politiche sanitarie in questa direzione».
Per contrastare la malattia è fondamentale definirne il quadro e cercarne di comprenderne l’incremento. L’Osservatorio lavorerà anche nel fotografare la realtà epidemiologica. «Abbiamo attivato una mappatura dei tumori della tiroide – un registro osservazionale prospettico dei pazienti affetti da tumori tiroidei e un registro dei tumori tiroidei familiari – in grado di fornire risultati sia quantitativi che qualitativi. In pratica dobbiamo indagare non solo sul numero di persone che soffre di tumore alla tiroide, ma anche capire il perché questi tumori aumentano, per poi offrire strumenti di analisi e di guida ai responsabili politici e agli operatori impegnati nella lotta alla malattia affinché adottino nuove strategie di intervento per poter migliorare la cura e il follow-up del paziente, e attivare percorsi appropriati sulla base di dati aggiornati, utilizzando le risorse in modo razionale evitando gli sprechi e rendendo al contempo disponibili i trattamenti più innovativi qualora ce ne fosse bisogno», commenta Sebastiano Filetti, Preside Facoltà di Medicina e Odontoiatria Sapienza Università di Roma.
«A fronte del continuo aumento dell’incidenza della malattia – continua Nicolucci – la mortalità è rimasta sostanzialmente invariata; questo determina una crescita progressiva del numero di persone che vivono con un pregresso tumore della tiroide e che richiedono assistenza sanitaria a lungo termine, con impatto sulla spesa».
Consapevole dell’importanza di un approccio multidisciplinare nella gestione della patologia, l’Osservatorio punta a divenire un punto di incontro e di confronto tra Istituzioni, medici specialisti, medici di medicina generale, pazienti e loro associazioni, una sorta di piattaforma dove tutti i membri partecipanti possano confrontarsi e sviluppare le problematiche riguardanti la malattia. «A questo network hanno già aderito 30 centri su tutto il territorio italiano. Gli specialisti di questi centri possono discutere e confrontarsi sui casi più complessi attraverso la rete. Le potenzialità sono infinite: per fare un esempio, si pensi alla possibilità di trasferire le conoscenze dal centro alla periferia evitando così la tanto problematica emigrazione sanitaria», conclude Filetti.
Annualmente l’Osservatorio organizzerà un forum per la condivisione dei risultati e un report annuale dell’attività svolta.