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Tumore gastrico, terapie d’elezione unica cura adeguata

Il primo convegno a Roma

Sanihelp.it – Il tumore gastrico occupa la sesta posizione nella classifica dell’incidenza tumorale negli uomini e nelle donne, rappresentando il 4% di tutti i tumori nel sesso femminile e in quello maschile. Sono circa 73 mila i pazienti che in Italia hanno ricevuto una diagnosi di carcinoma gastrico. Sono numeri importanti, che necessitano strategie in termini di diagnosi precoce e trattamenti avanzati.


«Tumore gastrico: una sfida da vincere insieme» è stato il titolo del primo Convegno nazionale dedicato a questa neoplasia, organizzato a Roma dall’Associazione «​Vivere senza stomaco si può» lo scorso 4 novembre. All’iniziativa hanno preso parte clinici, studiosi, rappresentanti delle istituzioni, ma anche pazienti e familiari a portare la loro testimonianza. L’Associazione «Vivere senza stomaco si può» è nata nel 2013 e cerca di supportare i pazienti che hanno subito una gastrectomia totale o parziale a causa di un tumore, ma anche le persone loro care, cercando di affiancarli nella gestione della vita quotidiana.

Il Convegno ha rappresentato un’occasione importante per porre l’attenzione sul rischio che i pazienti abbandonino le terapie di elezione, chemioterapia in primis, per affidarsi ad approcci non scientificamente validi. A lanciare l’allarme anche Claudia Santangelo, Presidente dell’Associazione «Vivere senza stomaco si può»: «La mia percezione è che circa il 50% dei pazienti sia molto attratto da approcci di cura diversi da quelli convenzionali e cerchi attivamente informazioni. Da alcune osservazioni poi abbiamo ricavato l’impressione che circa il 20% potrebbe abbandonare la chemioterapia per intraprendere percorsi alternativi. Putroppo il tumore allo stomaco non offre moltissime possibilità di sopravvivenza, specialmente se non curato adeguatamente. È quindi estremamente importante poter contare su una diagnosi precoce, sulla possibilità di essere presi in carico in centri di eccellenza (dove trovare seri professionisti specializzati nel trattare di tumore allo stomaco: chirurghi, oncologi, nutrizionisti, psiconcologi) e sull’avere accesso alle cure farmacologiche più adeguate. In una situazione di vita già così difficile, rendersi conto che uno dei pochi strumenti che si ha a disposizione, come la  moderna chemioterapia, che oggi, prevedendo l’associazione di più farmaci, riesce a dare risultati molti significativi rispetto al passato, non venga utilizzato mi lascia senza fiato. Per questo è indispensabile ritrovare o trovare una sana alleanza e fiducia con il proprio medico curante».

Carmine Pinto, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) aggiunge: «La malattia rende più fragili ed è umano che si possa cadere in mani sbagliate. Se da un lato per legge non si può imporre a un paziente maggiorenne e capace di intendere e di volere di sottoporsi a una determinata cura se non vuole, il ruolo dell’oncologo diventa basilare per evitare queste situazioni, o perlomeno per limitarne i danni. Sta a lui, infatti, instaurare un rapporto di comunicazione e fiducia con il paziente, ascoltarlo e discutere insieme i pro e i contro delle diverse terapie. Perché se il malato si sente ascoltato nei suoi bisogni e anche paure, comprende il perché della terapia che viene proposta così come eventuali cambi di cura in corsa.

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