Sanihelp.it – È quanto emerge dall'11° Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici, promosso da Favo (Federazione italiana associazioni volontariato in oncologia) e realizzato da Datamining, in collaborazione con Aimac, Int di Milano e Pascale di Napoli, presentato a Roma in apertura dei lavori della 14° Giornata nazionale del malato oncologico.
Tra le spese maggiori, direttamente a carico del paziente, quella per le visite mediche specialistiche (1,1 miliardi), i trasporti e i soggiorni sul luogo di cura (1,5 miliardi), i farmaci (808 milioni) e gli interventi di chirurgia ricostruttiva (425 milioni).
Ma la malattia rappresenta un fattore di debolezza anche per quanto riguarda il lavoro e il reddito, soprattutto per le donne, che hanno perso giornate di lavoro o studio nel doppio dei casi degli uomini, e per i lavoratori in età tra 55 e 64 anni, che nel 45,8% dei casi hanno perso da 6 mesi a un anno di lavoro nel corso dell’ultimo anno, e infine per i lavoratori autonomi e i liberi professionisti.
I malati di cancro in Italia, secondo il Rapporto, sono circa 3.300.000, di cui quasi 700 mila in trattamento.
Il SSN riserva loro circa il 14% della spesa sanitaria complessiva, pari a circa 16 miliardi di euro (dato stimato per il 2018) che comprende servizi di prevenzione, diagnostici, specialistici, ospedalieri e chirurgici, farmaceutici, radioterapici, domiciliari e residenziali.
Nonostante questo, il malato oncologico è spesso chiamato a mettere mano al portafoglio per sopperire a una serie di esigenze sia di tipo medico sia assistenziale, evidentemente non del tutto compensate dall’assistenza pubblica, che a volte mettono a dura prova il bilancio familiare.
La precedente ricerca era stata effettuata nel 2012, e a distanza di sei anni la situazione non solo non è migliorata, ma addirittura si è aggravata, il che fa pensare che sia giunto il momento di rivedere il quadro delle prestazioni economiche e socio-sanitarie che riguardano i malati oncologici e chi si prende cura di loro.