Sanihelp.it – Ottobre è il mese dedicato al benessere e alla prevenzione visiva e costituisce un’ importante occasione per ricordare che la vista è un bene prezioso da proteggere e tutelare costantemente.
Ogni età ha i suoi problemi visivi.
Alla vista, tuttavia, si presta una maggiore attenzione soprattutto dopo i 50 anni,e i problemi agli occhi si posizionano al secondo posto dopo i problemi motori e di memoria che sono a pari merito al primo posto nelle preoccupazioni di salute dopo i 50 anni.
A rivelarlo l’indagine Alcon Eye on Cataract promossa da Alcon per indagare aspettative, conoscenza e bisogni della chirurgia della cataratta, presentata in occasione del mese di giugno dedicato a questo tema.
L’indagine, condotta tra marzo e aprile 2023 in Australia, Brasile, Cina, Germania, Giappone, Italia, India, Spagna, Stati Uniti, Corea del Sud, ha coinvolto 7.331 persone con più di 50 anni, sia con diagnosi di cataratta negli ultimi 5 anni, già operati o in attesa di intervento, sia senza diagnosi.
La diagnosi di cataratta è sicuramente un segnale tangibile e naturale dell’invecchiamento dell’apparato oculare che, se accompagnato dalla presbiopia e da concomitanti vizi di refrazione, incide profondamente sulla qualità di vita.
I risultati dell’indagine in Italia, allineati a quelli globali, evidenziano da un lato i vantaggi percepiti che l’intervento chirurgico porta, ma allo stesso tempo rilevano una bassa conoscenza sia sul tipo di operazione e in cosa esso consista.
La chirurgia di cataratta, l’intervento più eseguito al mondo con circa 30 milioni di operazioni l’anno e oltre 715.000 in Italia, consiste nel sostituire il cristallino, la lente naturale dell’occhio che si opacizza con lo sviluppo della cataratta, con una lente intraoculare.
Esistono diverse tipologie di lenti intraoculari (IOL) oggi, che consentono di raggiungere il migliore risultato refrattivo nel post-intervento di cataratta.
È infatti possibile correggere la presbiopia e/o l’astigmatismo contestualmente alla rimozione della cataratta, riducendo o eliminando del tutto la necessità di utilizzare gli occhiali nel post-operatorio.
«Lo specialista, come confermato anche dall’indagine, rimane il punto di riferimento principale per il paziente; per questo educazione e informazione sono centrali per scegliere la soluzione che più incontra le sue esigenze» afferma Edoardo Ligabue, chirurgo oculista.
«Oggi la ricerca e l’innovazione tecnologica continuano a progredire e questa evoluzione ha portato a un cambio generazionale grazie alla disponibilità di lenti intraoculari che correggono la presbiopia e che mantengono la qualità visiva con un impatto importante sulla qualità della vita».
La percentuale di pazienti che ha avuto necessità di ricorrere agli occhiali nel post-intervento si è ridotta notevolmente a livello internazionale.
Si passa, infatti dall’81% prima dell’intervento di cataratta al 45% post-intervento.
Il 45% dei pazienti sottoposti all’intervento di cataratta percepisce inoltre di vedere come una persona più giovane con un impatto positivo sulla qualità di vita.
In Italia, le aspettative di coloro che sono in attesa di intervento chirurgico per la cataratta si concentrano sulla possibilità di migliorare nella lettura (81%), nella guida (70%), nell’utilizzo di device tecnologici (69%) e nella risoluzione di cruciverba e puzzle (64%).