Advertisement
HomeSalute BenessereSaluteIperomocistinemia: perché è un pericolo in gravidanza

Iperomocistinemia: perché è un pericolo in gravidanza

Sanihelp.it – L'omocisteina è un aminoacido presente nell'organismo in piccole quantità, che si forma nel ciclo metabolico della metionina, un aminoacido essenziale nell’uomo, ovvero che deve essere introdotto nell’organismo con la dieta. Nel ciclo della metionina hanno un ruolo importante sia le vitamine B6 e B12 sia l’acido folico.


Un livello elevato di omocisteina, l’iperomocisteinemia, può essere causato da difetti genetici, carenza di acido folico, di vitamina B6 e B12, malattie come l’ipotiroidismo o l’insufficienza renale. Ed è dannoso per la funzione cellulare potendo provocare danni in particolare al sistema nervoso e a quello cardiovascolare. In gravidanza, valori superiori a 12 microMoli per litro sono stati associati ad una serie di complicazioni come l’aborto spontaneo, la restrizione di crescita fetale, il distacco di placenta normalmente inserita e la pre-eclampsia. Inoltre, questa condizione può incidere negativamente sullo sviluppo dell’embrione ed è stata associata alla patogenesi dei difetti di chiusura del tubo neurale (come la spina bifida) proprio per il legame metabolico con dosi adeguate di folati. 

La correlazione tra iperomocisteinemia e queste patologie della gravidanza è stata evidenziata anche nel recente studio  o del Maternal and Fetal Health Research Centre, School of Medical Sciences, Faculty of Biology, Medicine and Health, dell’Università di Manchester (2022).

Non tutte le gestanti devono preoccuparsi di controllare i valori dell’omocisteina ma dovrebbero farlo invece: «Le donne che hanno avuto precedenti gravidanze complicate, ma anche quelle che si trovano in uno stato di malnutrizione,  le forti fumatrici o le tossicodipendenti, o che si trovano in una situazione di malassorbimento, ad esempio chi ha fatto un bypass gastrico per l’obesità» spiega Anna Maria Marconi, Professore Ordinario di Ostetricia e Ginecologia all’Università degli Studi di Milano e membro del Comitato Scientifico di ASM Onlus.

L’ideale, dunque, sarebbe individuare e intercettare le donne che potenzialmente potrebbero avere un’iperomocistenemia e stanno progettando una gravidanza e spingerle a seguire un’opportuna nintegrazione con vitamine del gruppo B e in particolare con la forma attiva dell’acido folico, 5-metiltetraidrofolato. Se invece, purtroppo, queste donne non si intercettano e non si interviene opportunamente le conseguenze possono essere spiacevoli come spiega ancora la professoressa Marconi: «Come dimostra lo studio citato, oltre alle patologie della gravidanza già menzionate, la carenza delle vitamine del gruppo B, associata all’iperomocisteinemia, può avere un impatto anche sullo sviluppo di un difetto di chiusura del tubo neurale fetale, o su altre malformazioni, ad esempio quelle cardiache. Secondo una review del 2021 del Dipartimento di Farmacologia dell’Università di Oxford e del Dipartimento di Nutrizione dell’Università di Oslo sarebbero oltre un centinaio le malattie associate a livelli anomali di omocisteina, molte delle quali riguardano lo sviluppo e la crescita del feto, ma anche lo sviluppo di patologie neurologiche come autismo o schizofrenia, a distanza di tempo dalla nascita».

Video Salute

Ultime news

Gallery

Lo sapevate che...