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Creato ‘Alzheimer in capsula’: cura al morbo più vicina

Sanihelp.it – La ricerca sulla malattia di Alzheimer è stata ostacolata per anni a causa dell’impossibilità di replicare le cellule del cervello umano e ottenere così un modello accurato su cui sperimentare l’efficacia delle nuove terapie.


Ma un gruppo di ricercatori del General Hospital di Boston potrebbe aver risolto questa insormontabile difficoltà, ricreando in una capsula di Petri (un recipiente piatto di plastica o di vetro) delle cellule cerebrali umane in grado di sviluppare le strutture rivelatrici della malattia di Alzheimer.

«Questo è un gigantesco passo in avanti – commenta entusiasta il dottor Doraiswamy, ricercatore sull’Alzheimer presso la Duke University – La sperimentazione di nuovi farmaci per la cura dell’Alzheimer potrebbe subire una grandiosa accelerata».

La capsula del morbo di Alzheimer (così è stata ribattezzata la scoperta) ha preso corpo grazie all’idea del dottor Tanzi, coordinatore dello studio presso il Massachusetts General Hospital di Boston, che su suggerimento del suo collega Doo Yeon Kim, ha fatto crescere le cellule cerebrali (derivate da staminali umane) in un gel, per poi inserire i geni della malattia di Alzheimer all’interno del DNA neuronale.

In poche settimane, i ricercatori hanno assistito alla formazione di placche (ovvero depositi densi e insolubili di proteine e materiale cellulare che si addensano attorno ai neuroni) e di ammassi neuro fibrillari (cioè delle fibre aggrovigliate che si creano all'interno delle cellule nervose), due delle caratteristiche inequivocabili per la diagnosi del morbo di Alzheimer.

Naturalmente a questo modello mancano alcuni componenti essenziali, prime tra tutti le cellule del sistema immunitario che sembrerebbero contribuire al danneggiamento dei neuroni in seguito all’insorgenza della malattia di Alzheimer.

D’altra parte però i ricercatori potrebbero presto testare a basso costo e molto rapidamente alcuni farmaci sperimentali, tanto che proprio il dottor Tanzi ha in progetto la verifica dell’efficacia di 1200 farmaci già presenti sul mercato e di altri 5000 in fase di sperimentazione.


Insomma, la cura per la demenza senile sembra essere sempre più vicina.

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