Sanihelp.it – Il primo dicembre di quest’anno si festeggerà la ventiseiesima edizione della Giornata Mondiale contro l’AIDS, un’occasione importante non solo per rimarcare l’impegno a livello mondiale nella lotta all'HIV, ma anche per mostrare sostegno e accettazione verso coloro che convivono con questa malattia, una condizione responsabile ancora oggi di discriminazione ed isolamento.
Nonostante i numerosi progressi scientifici che hanno portato a trattamenti e terapie molto più efficaci infatti, le persone sieropositive continuano ad essere colpevolizzate della loro condizione, e divengono spesso emarginati non solo da parenti ed amici, ma dalla società stessa.
Ecco il motivo per cui la Giornata Mondiale contro l'AIDS rimane un’occasione importante per parlare di questa malattia: la conoscenza delle modalità con cui può essere trasmesso l’HIV e la consapevolezza di come si possa convivere con questo virus, potrebbe permettere non solo di tutelare meglio la salute pubblica, ma anche di sviluppare un atteggiamento più comprensivo verso la sieropositività.
Bisogna infatti ricordare che l'infezione da HIV è una delle pandemie più diffuse e distruttive della storia: i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità parlano di 34 milioni di persone affette da HIV e di 35 milioni di vittime causate dal virus.
Purtroppo la disinformazione è dietro l'angolo e i falsi miti che circolano sulla malattia da HIV sono numerosi, un fatto, questo, che produce paura e stigmatizzazione nei confronti della malattia e soprattutto dei malati. Vediamo alcune di queste 'leggende':
– I test per la ricerca degli anticorpi anti-HIV non sono affidabili.
L'impiego di test anticorpali è uno degli strumenti diagnostici più affidabili della medicina: i test attualmente utilizzati per verificare la presenza del virus HIV dispongono di un’affidabilità che supera il 98%, una percentuale di molto maggiore rispetto a quella dei test utilizzati per la diagnosi di altre malattie.
– L'HIV non può essere la causa dell'AIDS perché la ricerca scientifica non è ancora in grado di spiegare come il virus distrugga il sistema immunitario.
Nonostante rimangano ancora da comprendere alcuni dettagli, la ricerca scientifica ha permesso di raggiungere una conoscenza molto approfondita della malattia da HIV. Uno dei più grandi problemi nello studio di questa infezione (così come per altre malattie tra cui la tubercolosi e l'epatite B) è l’impossibilità di disporre di un modello animale che riproduca esattamente la risposta dei tessuti umani al virus, e che mostri quindi il meccanismo con cui l’HIV evolva per evitare la risposta immunitaria. Ma la mancanza di una spiegazione scientifica accurata, dovrebbe quindi presupporre che anche il virus M. tuberculosis non sia la causa della tubercolosi o che i virus dell'epatite B non siano la causa delle malattie al fegato?
– Sono i farmaci antiretrovirali (e non il virus dell’HIV) a provocare l'AIDS.
Se sono innegabili gli effetti collaterali tossici che possono causare i farmaci impiegati nel trattamento dell’HIV (così come per i moltissimi farmaci impiegati nella cura delle malattie gravi), è comprovato scientificamente come gli antiretrovirali siano in grado di migliorare la durata e la qualità della vita delle persone con infezione da HIV (basti pensare che, a seguito del’infezione, la sopravvivenza in assenza di terapia farmacologica è mediamente di 10 anni, mentre assumendo gli antiretrovirali, la speranza di vita aumenta tra i 20 e i 50 anni).
Per sostenere la ricerca sull'HIV nonché per supportare le persone che convivono con questa malattia, basta indossare, nel corso della Giornata Mondiale contro l’AIDS che si terrà il prossimo lunedì, un nastro rosso, simbolo internazionale per la sensibilizzazione e la conoscenza della malattia da HIV.