Sanihelp.it – La scienza ha svelato talmente tanti misteri della natura, dell'organismo, dell'universo che sembra quasi il mondo non abbia più segreti. L'unica incognita sulla quale nemmeno il ricercatore più geniale e stimato può esprimersi, a parte l'annosa questione dell'Aldilà, è quanto sarà lunga la nostra vita: troppe variabili rendono il quesito sull'esistenza materia di cartomanti e lettori della mano più che di biologi o studiosi.
Oppure no? Perché nonostante non esista al momento uno strumento che possa dirci quanto ci resta da vivere, ciò non significa che alcuni ambiziosi ricercatori non stiano tentando di metterne a punto uno. Come ad esempio gli scienziati dell'Università dell'Illinois di Chicago, che hanno brevettato uno scanner ad alta risoluzione che, attraverso l'analisi del viso, riesce a prevedere anche quest'ultima incognita. Rughe, lineamenti, forme: più che leggere le linee di una mano, i ricercatori americani ritengono che la velocità in cui invecchia un volto possa svelare molto riguardo alla longevità di un individuo.
Se vi sembra fantascienza, basti pensare che la tecnologia per il riconoscimento facciale viene utilizzata già da tempo, per ricostruire il viso di un criminale latitante o di un bambino scomparso da mesi e anni, con connotati completamente diversi a causa del biologico sviluppo fisico. Allo stesso modo, dunque, secondo gli studiosi americani si può predire la velocità di decadimento di una persona, tenendo anche conto che figli di persone longeve tendono solitamente ad essere più longeve anch'esse. Ma tale scoperta non implicherebbe solo la soddisfazione di una nostra malsana curiosità: anche perché nessuno, toccate ferro e fate ogni tipo di scongiuri, può predire se un camion ci taglierà la strada, o se un aereo cadrà. Lo scanner avrà anche applicazioni pratiche: la presenza di una senilità precoce nel viso potrà portare ad una terapia preventiva per arrestare il più possibile questa tendenza.