Sanihelp.it – «Il 2014 – afferma il dottor Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale, proprio nel corso del Trentesimo Congresso della Società – sarà l’anno della prevenzione cardiologica e oncologica promosso dalla nostra società scientifica. Recentemente numerose ricerche hanno ipotizzato che nella scelta dell’utilizzo dell’aspirina, soprattutto in chi non ha mai avuto eventi cardiovascolari, debbano essere considerati anche i potenziali benefici che potrebbero derivare in ambiti patologici apparentemente distanti da quello delle malattie cardiovascolari. Se, in precedenza, il miglioramento della prognosi era limitato a pazienti con tumore del colon-retto, oggi questi dati estendono i benefici ad altri tipi di cancro, agli adenocarcinomi in generale».
In poche parole, l’assunzione giornaliera di almeno 75 mg di aspirina potrebbe proteggere dal cancro, come dimostra anche l’analisi di otto studi, pubblicata già nel 2010 sulla rivista scientifica The Lancet, su un totale di 23.535 pazienti trattati con questo farmaco.
Analizzando e confrontando i dati sul gruppo di pazienti, è stata riscontrata una consistente riduzione della mortalità per tumori che ha riguardato il 34% del campione in un periodo di cinque anni e del 20% in vent’anni, riduzione che ha riguardato soprattutto l’incidenza degli adenocarcinomi (cioè dei tumori cosiddetti ghiandolari) e dei tumori che colpiscono il tratto gastrointestinale.
Ma se sulla base di questa ricerca, come prosegue il dottor Cricelli, «è necessario annoverare gli effetti positivi aggiuntivi dell'aspirina in termini di riduzione della mortalità per cancro, oltre al calo dell’incidenza delle metastasi», il dottor Lichtenfeld, rinomato medico dell’American Cancer Society, mette in guardia dai possibili effetti collaterali dell’aspirina, che può talvolta persino provocare il sanguinamento del tratto gastrointestinale e addirittura del cervello.
«Sì, vi è una ricerca che dimostra come l'aspirina possa ridurre il rischio di cancro colon-rettale. Sì, questo è un eccellente studio che apre nuovi orizzonti e ci fornisce informazioni importanti e preziose. Sì, potrebbe essere che in futuro l'aspirina diventi un prezioso supporto nella riduzione del rischio di morte per cancro, per il quale abbiamo poche alternative efficaci al momento» afferma il dottor Lichtenfeld «ma questa è l'analisi di studi originariamente eseguiti per la verifica di altri risultati. Ciò di cui abbiamo bisogno è uno studio prospettico che si ponga l’obiettivo specifico di valutare l'impatto dell'aspirina sulle morti per cancro».
Insomma, utilizzare l’aspirina come strumento di prevenzione è ancora prematuro: meglio aspettare studi più approfonditi che chiariscano gli effettivi benefici (ed effetti collaterali) rispetto all’assunzione giornaliera di questo medicinale.