Sanihelp.it – È indubbio che internet abbia rivoluzionato, e in un certo senso facilitato, le nostre vite: oggigiorno per fare la spesa non c'è alcun bisogno di andare al supermercato, affollato all'inverosimile con lunghe file alla cassa; per vedere film non c'è alcun bisogno di andare al cinema, capitando magari vicino ad una persona che parla al telefono durante la visione; per conoscere una cosa non c'è alcun bisogno di acquistare una costosa, voluminosa enciclopedia di quelle che un tempo venivano proposte porta a porta. Sembra quasi che l'esistenza, prima dell'avvento del world wide web, fosse davvero difficoltosa, alla stregua del Far West o del Medioevo.
Con l'avvento di internet, capita anche che per fare una diagnosi non vi sia alcun bisogno di andare dal medico. Chi di noi, afflitto da un disturbo, non ha mai consultato Google per comprendere di cosa si era affetti? Sovente tali ricerche finiscono anche con lo spaventare a morte chi le compie, che improvvisamente si sente vittima di tutti i sintomi che combaciano con qualche malattia grave o rara. In generale, comunque, la tendenza alla cura fai da te, in Italia, risulta un fenomeno sempre più comune, come dimostrato da uno studio recente condotto da Demoskopea su commissione del portale specializzato www.dottori.it.
Per indagare meglio questo aspetto, l'istituto di ricerca ha intervistato un campione rappresentativo composto da circa 37 milioni di persone tra i 18 e i 65 anni. Dai risultati è emerso che il 23% dei volontari ammette di aver assunto un farmaco che richiede la prescrizione in assoluta autonomia, senza consultare il medico. Ovviamente, il dato risulta ancora più marcato tra gli under 24, quelli più avvezzi all'uso del computer: la statistica, per questa fascia d'età, sale infatti al 27%.
La ricerca ha evidenziato come il 55% dei farmaci assunti dai soggetti che hanno ammesso di ricorrere alla terapia fai da te erano analgesici; il 37% antibiotici; il 29% antistaminici; il 20% antipiretici; infine, il 6% ha dichiarato addirittura di aver fatto uso di psicofarmaci senza consultazione medica, percentuale che sale fino al 10% se si considera solo la fascia d'età che va tra i 25 e i 34 anni. Vale la pena ricordare, anche se dovrebbe essere inutile, la pericolosità di questa abitudine: per esempio, gli antibiotici sono considerati medicinali molto utili per alcuni tipi di patologie, mentre per altri si rivelano inutili e dannosi; senza considerare che alcune categorie di farmaci sopra indicati possono dar luogo a forti reazioni allergiche. Ciò nonostante, il 15% degli intervistati ha dichiarato di essere assolutamente sicuro delle proprie azioni: mentre il 34% si considera solo leggermente imprudente.