Sanihelp.it – Un esame del sangue potrebbe diagnosticare la malattia di Alzheimer molto prima che i sintomi compaiano.
La scoperta, operata da un gruppo di scienziati australiani dell’Università di Melbourne, potrebbe rappresentare un passo cruciale per lo sviluppo di farmaci utili a prevenire l'Alzheimer, malattia neurodegenerativa che rappresenta più della metà di tutte le demenze.
«Il nostro studio è unico nel suo genere – commenta il professor Hill, coordinatore della ricerca – Abbiamo scoperto che nel sangue ci sono dei piccoli geni, chiamati microRNA, presenti nel corpo umano per un totale di duemila unità. Abbiamo quindi identificato sedici geni che, nelle persone affette dal morbo di Alzheimer, risultano essere mutati».
In realtà, lo stesso gruppo di ricercatori aveva già scoperto come prevedere con vent’anni di anticipo l’insorgenza del morbo di Alzheimer, utilizzando una serie di costosi esami eseguiti con uno scanner cerebrale: ma in questo nuovo studio viene data prova di come predire l’insorgenza della malattia attraverso dei semplici ed economici esami del sangue.
In particolare la ricerca, pubblicata sulla rivista Molecular Psychiatry, ha coinvolto 110 persone, a cui sono stati prelevati dei campioni di sangue: confrontando i piccoli frammenti di materiale genetico contenuti in essi, i ricercatori sono riusciti a prevedere con una precisione del 91%, quali partecipanti avrebbero sviluppato l’Alzheimer, risultati poi confermati da un successivo esame eseguito con lo scanner cerebrale.
La ricerca si situa sulla linea inaugurata dallo studio compilato lo scorso luglio presso il King’s College London, dove è stato scoperto un gruppo di dieci proteine grazie alle quali sarebbe possibile prevedere (con una precisione dell’87%) chi svilupperà il morbo di Alzheimer nel corso dell’anno successivo.
La speranza è quindi quella di un’azione congiunta, che permetta al più presto di disporre degli strumenti diagnostici utili a prevenire l’insorgenza della malattia di Alzheimer.