Sanihelp.it – Perdere i capelli e rimanere non solo stempiati, ma completamente calvi è un vero cruccio per moltissimi uomini: poter contare su una bella chioma è certamente un elemento che migliora l’autostima, dona fiducia in se stessi e rende più sicuri nelle relazioni interpersonali.
Non c’è da meravigliarsi, quindi, che siano numerosi gli uomini che decidono di ricorrere all’autotrapianto pur di non trovarsi senza capelli: quello che spesso non si sa su questa tecnica, che fornisce sicuramente buoni risultati in termini di riduzione delle aree glabre o diradate, è che comunque si tratta di un’operazione chirurgica vera e propria e quindi per poter essere portata a termine necessita dell’intervento di un chirurgo, un anestesista e almeno 4 infermieri professionisti specializzati in chirurgia della calvizie che si occupano della separazione e conservazione delle unità follicolari.
Sono in tantissimi, anche sul web, a proporre l’intervento di autotrapianto a volte anche a costi bassissimi, comprensivi persino di trasferta all’estero (specie nei paesi arabi) e quindi l’utente finale, raramente ha la consapevolezza che l’autotrapianto di capelli è un intervento chirurgico in piena regola.
Come spiega la dottoressa Tatiana Amati, tricologa membro del Sitri (Società Italiana di Tricologia), in forze nell’équipe di Tricomedit, struttura cofondata e diretta da Giuseppe Amati, leader italiano nel settore dell’autotrapianto, prevenzione della caduta e cura dei capelli, che opera con propri moderni e attrezzati poliambulatori medici anche a Torino e Alessandria, aventi entrambi quale Direttore Sanitario il dermatologo Giampiero Griselli: «In Italia nel 2014 i trapianti di capelli eseguiti sono stati 4mila, come rivelano le indagini di mercato compiute dagli organismi di settore, di cui la maggior parte eseguiti su uomini in età compresa tra i 30 e i 65 anni. è bene precisare altresì che l'autotrapianto è un intervento che riduce le aree glabre o diradate, ma da solo non arresta e cura la caduta dei capelli. è di fondamentale importanza sia il ruolo delle cure post operatorie, che delle terapie di mantenimento della propria chioma».
Sottoporsi all’autotrapianto non è dunque una scelta che risolve tutti i problemi di calvizie e non è neppure una soluzione adatta a tutti: a valutarne la reale efficacia deve essere sempre un chirurgo che è il solo a poter capire se è necessario l’intervento o se la problematica può risolversi mediante l’utilizzo di mesoterapia, o di integratori alimentari due interventi che possono migliorare la componente vascolare, ridurre l’eccesso di diidrotestosterone, fornire un maggior nutrimento al bulbo pilifero e rinforzare quindi, tutta la capigliatura.