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L’aceto combatte i micobatteri, causa della TBC

Sanihelp.itLa tubercolosi è una malattia infettiva che terrorizza il genere umano sin da tempi immemori: è opinione comune che, sebbene sia stata classificata come un'unica patologia nonostante presenti una vasta varietà di sintomi solo nel 19° secolo, il primo caso di tisi sia da datare addirittura al 4000 a.C., laddove alcuni resti scheletrici di uomini preistorici presentavano segni della malattia. Si tratta di un morbo causato da vari ceppi di micobatteri che colpisce solitamente, ma non esclusivamente, i polmoni: è altamente infettivo, trasmettendosi per via aerea tramite la saliva emessa dalla tosse con sangue ed espettorato, uno dei principali sintomi della TBC.


Nonostante sia opinione comune che si tratti di una malattia debellata, soprattutto generalmente nell'opinione del mondo occidentale, la tubercolosi è tuttora considerata una delle piaghe che colpisce con maggiore virulenza il genere umano: si calcola che circa 15 milioni di persone siano affette dalla tisi, dato che risulta maggiormente preoccupante se si pensa che molti casi risultano resistenti al trattamento antibiotico. L'incidenza più rilevante si trova nei paesi cosiddetti in via di sviluppo, soprattutto Africa e Asia, laddove la diffusione del virus dell'HIV rende l'organismo di queste popolazioni maggiormente debilitate e, di conseguenza, più soggette a questo tipo di infezioni.

L'ultimo dato riguardante i livelli di mortalità dovuti alla TBC risultano allarmanti: quasi un milione e mezzo di persone perdono la vita a causa di questa patologia. Ma una nuova ricerca può rappresentare un notevole passo avanti verso la definitiva sconfitta della tubercolosi. La scoperta è avvenuta in Venezuela, e come buona parte dei più grandi ritrovamenti scientifici è legata ad una storia rocambolesca, che ha più a che fare con la sorte che con un effettivo studio della malattia. Durante un'analisi sui micobatteri, che sono anche responsabili della lebbra, i ricercatori dell'Istituto Venezuelano di Investigazione Scientifica dovevano testare un farmaco che necessitava di essere prima diluito in acido acetico: una volta notata la diminuzione dei microbi, si sono accorti che il merito era da ascrivere non già al farmaco, quanto all'aceto, che da solo aveva il potere di uccidere i micobatteri.

Questa scoperta ha spinto l'istituto sudamericano, non attivo nella cura della tubercolosi, a chiedere la collaborazione di alcuni ricercatori dell'Albert Einstein College of Medicine di New York e l'appoggio del laboratorio dell'Università di Montpellier. Questo studio congiunto ha portato a risultati sensazionali, pubblicati sulla rivista specializzata mBio dell'American Society for Microbiology: basterebbe infatti un'esposizione di circa 30 minuti ad una soluzione al 6% di aceto per debellare completamente anche i micobatteri più resistenti, anche quelli cioè che non rispondono alle cure antibiotiche. Si tratta di una scoperta notevole, visto che il comune aceto, quello che si trova al supermercato, è di norma al 4-5%, e nonostante abbia un dosaggio minore ha comunque un'incidenza notevole sul livello dei microbi.

Non è la prima volta che all'aceto vengono ascritte proprietà benefiche per l'organismo: nella medicina tradizionale veniva comunemente utilizzato come disinfettante, e nella cultura popolare asiatica, in special modo quella cinese, è tuttora usato per impedire la proliferazione dei virus e nel trattamento di varie patologie, quali la polmonite. Tuttavia, questa scoperta risulta particolarmente importante non solo per la sua incredibile capacità di debellare i micobatteri, ma anche perché comporterebbe un rimedio naturale decisamente a basso costo, cosa non di poco conto per una malattia che possiede una particolare incidenza nelle popolazioni dei paesi più poveri. I ricercatori che hanno effettuato tale scoperta hanno affermato che, per ora, si tratta semplicemente di un'osservazione interessante: ma in realtà tale risultato può aprire ad una serie di implicazioni di grande rilevanza. La maggior parte dei disinfettanti industriali attivi contro i micobatteri, come per esempio la candeggina, sono ritenuti altamente tossici per la salute dell'uomo: senza contare che il loro costo è considerato solitamente elevato. L'utilizzo dell'aceto potrebbe dunque rappresentare un surrogato economico e facilmente disponibile laddove le condizioni di igiene sono maggiormente precarie, per la sterilizzazione di attrezzature mediche o di superfici dove i micobatteri possono annidarsi.  

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