Sanihelp.it – Tra tutti gli odori che il nostro olfatto può captare, quello del solfuro di idrogeno è tra i più tristemente noti per la particolare sgradevolezza. Se il nome non vi dice niente, sicuramente ognuno di voi avrà dovuto, almeno una volta nella vita, fronteggiare il suo alone, fazzoletto al naso oppure scappando a gambe levate. Detto anche acido solfidrico, questa sostanza è infatti responsabile dell'acre odore di uova marce che possono sprigionare i gas intestinali, le feci, e le acque tipiche dei luoghi di cura termale.
Chiunque sia affetto da meteorismo, va incontro ad una sorta di stigma sociale proprio a causa del solfuro di idrogeno che emana e sprigiona a causa della patologia: esclusione, condanna e prese in giro sono le classiche reazioni che questa condizione implica. Ma una scoperta recente dell'Università britannica di Exeter può finalmente riscattare la pessima reputazione di chi proprio non riesce a trattenersi. Il gas maleodorante tipico delle uova marce, infatti, pare possa tornare estremamente utile nella lotta a demenza e diabete, oltre che malattie cardiovascolari come ictus ed infarto del miocardio.
Secondo i ricercatori inglesi, infatti, il solfuro di idrogeno aiuterebbe a preservare i mitocondri, che regolano i processi infiammatori all'interno dell'organismo e a stimolarne l'attività in caso di patologia. Lo studio, pubblicato sulla rivista specializzata Medical Chemistry Communication, ha evidenziato come questa sostanza certamente poco popolare fino ad oggi possa in realtà rivestire un ruolo assolutamente primario nella futura terapia di gravi malattie, risultando così uno dei migliori alleati per la nostra salute.
I risultati della ricerca britannica sono stati talmente eclatanti da indurre gli stessi scienziati a produrre una sostanza, l'AP39, proprio a base del tipico odore di uova marce. Tale composto aiuterebbe la sopravvivenza del 80% dei mitocondri all'interno delle cellule, cosa che produce una migliore risposta e reazione da parte dell'organismo a particolari minacce. D'ora in poi, dunque, invece che stigmatizzare certi comportamenti e tapparsi il naso, si consiglia dunque di respirare a pieni polmoni.