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La scelta dei selfie influenza la prima impressione

Sanihelp.itIl selfie oramai non è più una moda, ma un'autentica ossessione. Per quei pochi che ancora non sapessero di cosa si tratta, il selfie è oramai entrato nel vocabolario della lingua italiana: è l'abitudine a riprendersi tramite fotografie con l'ausilio di un telefonino, o di un tablet, per poi inserirle nei propri profili dei vari social network a cui abbiamo deciso di iscriverci di modo da ricevere i commenti di chi ci segue. Un tempo, l'autoscatto era ad uso e consumo di chi voleva far parte di riviste ambigue: oggigiorno probabilmente l'ambiguità non rappresenta più un qualcosa di fronte alla quale ci si possa fermare, soprattutto quando la moda lo impone.


La mania del selfie è talmente radicata nella cultura odierna, ed è così diffusa all'epoca di Facebook ed Instagram, che oramai si affida la prima impressione antecedente ad un incontro galante o di lavoro alle foto di profilo. Dunque l'ansia della scelta del vestiario del primo appuntamento si è trasferita anch'essa nel mondo virtuale del 2.0: e la selezione di immagini da pubblicare dev'essere il più accurata e precisa possibile, in quanto gli altri fruitori del social network maturano sempre più spesso le prime opinioni riguardanti una persona proprio da esse.

Sarebbe questo il risultato dello studio condotto dai membri del Dipartimento di Psicologia dell'Università di New York. L'esperimento dei ricercatori americani consisteva nella selezione di circa un migliaio di volti presenti nel web, suddividendoli successivamente in base a 65 tipi di caratteristiche fisiche considerate cruciali per quel che riguarda la prima impressione. Le immagini sono poi passate al vaglio di volontari, a cui veniva chiesto di esprimere un'opinione sulla persona ritratta in base alla semplice percezione. I risultati dello studio hanno evidenziato come non solo le opinioni dei volontari erano per lo più coerenti con quelle degli psicologi, ma anche che questi ultimi potevano tranquillamente modificare l'impressione dei primi semplicemente modificando alcuni dettagli del selfie.

Se le somme tirate in questo esperimento tipicamente americano sembrano piuttosto banali e prive di implicazioni nella realtà quotidiana, quella che avviene al di fuori dello schermo, oramai sempre più sottile e dipendente da quella virtuale, in verità le conseguenze che possono ripercuotersi sulla persona sono molteplici. Alla vigilia di un incontro lavorativo, per esempio, è sempre consigliato non selezionare come foto di profilo un'immagine troppo aggressiva o svagata, pena una prima impressione sbagliata da parte del nostro interlocutore difficile da sradicare. Per evitare poi una pessima opinione da parte degli altri fruitori del social network occorre limitare la natura dei selfie più sexy: attireranno anche commenti entusiastici innalzando notevolmente la nostra popolarità, ma il giudizio inconfessabile di un individuo al di fuori dello schermo potrebbe non essere altrettanto lusinghiero.   

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