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USA: aspirina tra le sostanze che proteggono dal cancro

Sanihelp.it – Circa un anno fa, una sperimentazione britannica dei ricercatori del Centre for Cancer Prevention, della Queen Mary University of London, pubblicata sugli Annals of Oncology, aveva focalizzato l'attenzione sul potenziale anti-tumorale dell'aspirina: secondo il loro studio condotto su soggetti controllati nell'arco di dieci anni l'utilizzo di acido acetilsalicilico, principio attivo del farmaco non steroideo tra i più utilizzati per i suoi effetti analgesici, antinfiammatori ed antipiretici, sarebbe correlato ad una minore incidenza di sviluppo di neoplasie. L'azione anti-cancro dell'aspirina sarebbe tale da abbassare addirittura la probabilità di incorrere in questo tipo di malattie di circa il 30-40%, cosa che dunque riduce di un terzo la mortalità associata ai tumori. Inoltre, renderebbe gli effetti della chemioterapia ancor più spiccati. 


Non si tratta in realtà dell'unica ricerca che attribuisce al farmaco una forte utilità in caso di tumori. In precedenza, alcuni scienziati avevano evidenziato come l'utilizzo di cardio-aspirina abbassa le probabilità di soffrire di vari tipi di tumore, in particolare quello che colpisce il retto: inoltre, in tutti quei pazienti che hanno già sviluppato la malattia, diminuirebbe l'incidenza della mortalità e la probabilità di sviluppare metastasi. Sulla scia di queste scoperte, gli esperti americani hanno deciso di inserire questo farmaco tra le sostanze consigliate per scongiurare il pericolo di cancro del colon in persone particolarmente a rischio: in effetti, i medici statunitensi suggeriscono l'assunzione giornaliera di un'aspirinetta, così denominata in quanto la dose quotidiana risulta inferiore ai 100 mg, quantità piuttosto bassa da prescrivere a puro scopo preventivo.

Insomma, si tratta indubbiamente di un ulteriore, notevole passo avanti nel riconoscimento di questo farmaco di uso comune per combattere uno dei grandi mali di questo secolo: la prescrizione di aspirina a scopo preventivo contro le patologie cardiovascolari è pratica piuttosto comune in diverse parti del mondo, ma gli USA si sono distinti in questo caso per essere stati i primi ad aver inserito l'acido acetilsalicilico tra le sostanze che possono contribuire a scongiurare il rischio di neoplasie. Lo studio americano ha sottolineato i benefici dell'aspirinetta anche in caso di pericolo di ictus e infarto, confermando che i benefici del suo utilizzo sopravanzano di gran lunga i possibili effetti collaterali, tra cui il rischio di sanguinamento: sconsigliata invece l'assunzione in caso di giovane età, al di sotto dei 50 anni, o di anzianità, sopra i 70.  

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