Sanihelp.it – Siete soliti scartare e gettare la buccia dell'arancia? Forse dovreste ricredervi, frugare nella raccolta differenziata e recuperarla. La buccia d'arancia può infatti risultare molto utile per scopi davvero impensabili. Uno studio congiunto, che ha coinvolto i ricercatori australiani della Flinders University, l'ateneo americano di Tulsa, i portoghesi dell'Università di Lisbona, i britannici di Cambridge e gli esperti dell'Institute of Molecular Medicine hanno scoperto come questa sostanza, generalmente considerata come scarto, sia in grado di depurare l'acqua.
I risultati di questa sperimentazione sono stati pubblicati in questi giorni sulla rivista specializzata Angewandte Chemie. Si tratta di una scoperta che può davvero portare ad una rivoluzione: l'unione di scarti sostenibili, come appunto la buccia d'arancia e i rifiuti dell'industria petrolifera, sarebbe in grado di purificare le risorse idriche di oceani e acquedotti. Il segreto risiede in un polimero, molto economico, che si crea appunto a partire dallo zolfo e dal limonene, capace di annientare il mercurio presente nell'acqua inquinata.
Il composto, incollandosi, impedisce infatti alla sostanza chimica di diffondersi. Considerato che l'industria petrolifera produce circa 70 milioni di tonnellate di zolfo ogni anno, e i macchinari che trattano gli agrumi producono circa 50 milioni di tonnellate di limonene nello stesso periodo di tempo, si capisce bene il potenziale che questa scoperta potrà avere. L'obiettivo è quello di produrre rivestimenti per tubi a base di questo polimero, di modo da depurare in maniera sostenibile ed economica l'acqua che passa al loro interno.