Sanihelp.it – Diciamo la verità: non sono tante le ragazze appassionate di calcio. Con profonda frustrazione degli uomini, costretti a ritrovarsi tra di loro se vogliono andare allo stadio o guardarsi una partita in televisione. D'altronde, sovente quando si tenta di spiegare le regole del gioco più praticato al mondo ad una donna già di per sé poco propensa ad ascoltare dato lo scarso interesse che nutre per il pallone, si finisce per aprire delle parentesi che non finiscono più. Il fuorigioco, di tutte le norme che regolano il soccer, è forse la più indigesta.
«Un calciatore si trova in posizione di fuorigioco quando si trova nella metà del terreno di gioco avversaria ed è più vicino alla linea di porta avversaria sia rispetto al pallone, sia rispetto al penultimo avversario», recita il regolamento FIFA: l'ultimo avversario è ovviamente il portiere. Fosse solo questo, probabilmente non sarebbe poi così complicato. Ma nella sanzione del fuorigioco, intervengono fattori che in effetti rendono la vita infinitamente più difficile persino agli arbitri chiamati a giudicarlo: come la posizione attiva o passiva, spesso motivo di discussioni e di moviole televisive infinite.
Insomma, diciamocelo: se le donne non afferrano il concetto di fuorigioco, non si può certo fargliene una croce. Eppure, se educate sin da bambine, anche per le femmine la regola non è poi così complicata da comprendere: sebbene per i maschietti rimanga comunque più semplice da digerire, a causa della maggior dimestichezza con il calcio. Gli psicologi della London Metropolitan University hanno condotto uno studio in collaborazione con l'Università di Torino a riguardo, comparso in questi giorni sulla rivista specializzata Journal of Developmental Science. Per la sperimentazione, gli esperti si sono avvalsi del Subbuteo, famosissimo gioco da tavolo che simula appunto una partita di soccer: avvalendosi di questo strumento hanno poi provato a spiegare la regola del fuorigioco a 33 bambini di età compresa tra i 7 e i 9 anni.
Dopo aver esposto la norma, i volontari dovevano dimostrare di averla assimilata riproducendo da soli una situazione di fuorigioco: dai risultati emersi è stato evidenziato come non vi fossero sostanziali differenze tra bimbi maschi e femmine, e come anche queste ultime risultassero in grado di raffigurare una situazione di infrazione. Tuttavia, l'esperimento è proseguito con una seconda prova, in cui ai bambini veniva chiesto di identificare le situazioni di fuorigioco tra alcune proposte da un computer: ed è in quest'ultima parte che, in effetti, i maschietti hanno dimostrato di aver interiorizzato la regola rispetto alle femminucce. Che, in ogni caso, vivranno benissimo anche senza conoscerne tutte le sfaccettature.