Sanihelp.it – Nel corso della giornata di ieri, si è tenuta, alla presenza del presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni, l’inaugurazione delle nuove sale dell’Elettrofisiologia presso l’IRCCS Policlinico San Donato, primo centro di cardiochirurgia in Italia per numero e complessità degli interventi, e per questo conosciuto come l''Ospedale del Cuore'.
Dotato delle tecnologie più recenti, il nuovo laboratorio di Elettrofisiologia non solo si propone come luogo per lo sviluppo di strategie terapeutiche innovative e non convenzionali, ma si proietta già verso le esigenze future dei pazienti, tra cui si presume (come peraltro già confermato dalle tendenze attuali) diverranno sempre più epidemiologicamente rilevanti le aritmie complesse, come la fibrillazione atriale e le cardiomiopatie, rispetto a quelle dipendenti da semplici substrati da rientro, ovvero da un’anomala struttura funzionale del nodo atrio-ventricolare.
Considerando la sfida che il trattamento di queste patologie costituisce per il futuro, i nuovi laboratori sono stati quindi progettati con la finalità di sviluppare un approccio interdisciplinare con cui trattare i pazienti affetti da aritmie complesse, e quindi nell’ambito di cardiopatie congenite o degenerative, fibrillazione atriale e scompenso cardiaco.
Proprio nel corso dell’inaugurazione poi, il dottor Carlo Pappone, responsabile dell’unità di Aritmologia Clinica ed Elettrofisiologia dell’IRCCS Policlinico San Donato, ha presentato i risultati di uno studio che potrebbe rivoluzionare il trattamento della Sindrome di Brugada, una patologia cardiaca genetica caratterizzata da un malfunzionamento dei canali ionici (cioè di una parte della membrana che riveste le cellule del cuore) e responsabile persino di morte cardiaca improvvisa.
Se fino ad oggi l’unica terapia possibile per la sindrome di Brugada era costituita dall’impianto di un defibrillatore infatti, grazie alla ricerca operata da un gruppo di ricercatori italiani e spagnoli (poi pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Circulation EP) guidati da Carlo Pappone e Josep Brugada, è stato dimostrato come l’ablazione di una regione particolare del ventricolo destro permetta di guarire definitivamente dalla malattia.
«Altri tentativi di eliminarne i sintomi e in particolare le aritmie, erano stati eseguiti nel passato con buona percentuale di successo, ma non avevano come obiettivo l’eliminazione completa della malattia – ha commentato il dottor Pappone – Questo è il primo studio al mondo in cui una malattia genetica può scomparire applicando una particolare corrente elettrica (radiofrequenza) attraverso un sondino che raggiunge la superficie del ventricolo destro».