Sanihelp.it – Un macigno da 750 miliardi di dollari. È il peso economico dei disturbi dell’udito trascurati, che in un anno raggiunge una cifra pari al prodotto interno lordo di un Paese come l’Olanda ed è pari alla somma della spesa sanitaria di Brasile e Cina.
Un impatto impressionante, che si stima superi i 21 miliardi di euro all’anno in Italia e i 178 miliardi di euro nell’Unione europea. A lanciare l’allarme è l’Organizzazione mondiale della sanità che, in occasione della Giornata mondiale dell’udito 2017, sottolinea come sia il momento di agire contro i disturbi uditivi (Action for hearing loss: make a sound investment).
Ogni anno si perdono 750 miliardi di dollari nel mondo, per disturbi dell’udito non trattati. Ignorare eventuali deficit può avere un grosso impatto a livello sociale ed economico. Per esempio, i problemi dell’udito rendono difficile comunicare e possono favorire l’isolamento e la depressione, determinando un possibile aumento del consumo dei farmaci antidepressivi.
Da non sottovalutare l’impatto che l’ipoacusia può avere a scuola e sul lavoro, influenzando negativamente le performance e determinando in alcuni casi il pensionamento anticipato. Inoltre i deficit uditivi possono accelerare, in particolare negli anziani, il decadimento cognitivo e aumentare il rischio di cadute.
I disturbi durante l’infanzia e l’adolescenza possono causare riduzioni nella capacità di attenzione e di concentrazione, difficoltà di lettura e di comprensione, con conseguenze negative sul rendimento scolastico.
Anche negli adulti prendersi cura dell’udito può ridurre il rischio di isolamento e depressione, che nelle persone che non sentono bene è due volte più alto rispetto a chi ci sente. La ridotta capacità uditiva non trattata si associa a una maggiore probabilità di declino cognitivo, che può essere fino a 5 volte maggiore nei casi gravi di ipoacusia. Le stime indicano come una persona con difficoltà uditiva abbia il doppio delle probabilità di essere disoccupato.
Promosso da Amplifon con la consulenza del professore Carlo Antonio Leone, ecco il vademecum Udito ben curato, futuro guadagnato, 5 linee d’azione per limitare l’impatto dell’ipoacusia trascurata. Alla nascita gli screening uditivi devono diventare la prassi per riconoscere fin da subito un eventuale disturbo. Diffondere iniziative di informazione e sensibilizzazione sul benessere uditivo nelle scuole italiane per educare i più giovani a proteggere il proprio udito.
Sottoporsi a un controllo audiologico almeno una volta all’anno: i controlli periodici giocano un ruolo centrale nella riduzione dell’impatto dei problemi di udito, così come la diagnosi e gli interventi precoci (più di 6 casi di ipoacusia su 10 potrebbero essere evitati se venissero adottate adeguate misure preventive).
Intervenire con la più opportuna soluzione uditiva, personalizzando l’apparecchio anche in caso di un’ipoacusia di medio grado. Importanza di un servizio di qualità e di un approccio multidisciplinare al disturbo uditivo.