Sanihelp.it – Un nuovo report scientifico elaborato da ISIC (Institute for Scientific Information on Coffee) evidenzia il ruolo potenziale del consumo di caffè nel ridurre il rischio di malattie epatiche, come tumore al fegato e cirrosi. Nella sola Unione Europea, queste malattie rappresentano un problema di salute pubblica, dal momento che ne soffrono circa 29 milioni di persone: l'epatopatia cronica è la quinta causa più comune di morte.
Alcune metanalisi hanno suggerito che il consumo di caffè, in confronto all'assenza di consumo, è associato a una riduzione del rischio di tumore al fegato fino al 40%, sebbene sembri essere un legame dose-dipendente. La ricerca in USA e in Italia suggerisce che il consumo è associato a una riduzione del rischio potenziale di cirrosi del 25-70% e sottolinea un'associazione inversa fra il consumo di caffè e il rischio di malattia epatica cronica, con una riduzione del rischio del 25-30% per chi ne fa un basso consumo, con una possibile riduzione fino al 65% per 4-5 tazze al giorno.
Già alla fine degli anni ’80, i dati avevano rilevato un ridotto rischio di tumore del fegato nei bevitori di caffè. Successivamente, si è osservata una protezione sulla cirrosi e un effetto positivo sugli enzimi epatici. Un effetto favorevole è possibile anche sul tumore del colon retto. È probabile che il tumore al fegato si sviluppi da un’esistente malattia epatica e l'associazione fra il consumo di caffè e la riduzione del rischio di tumore al fegato può essere considerata una conseguenza del consumo di caffè sulle malattie epatiche.
Osservazioni epidemiologiche sull’essere umano associano il consumo di caffè alla minor incidenza di carcinoma epatico: meno 41% rispetto ai non bevitori. Alle stesse conclusioni è giunta anche l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro che non solo ha inserito il caffè in classe 3, ovvero non classificabile come cancerogeno per l’uomo, ma ha menzionato il tumore del fegato e dell'endometrio come esempi specifici per cui bere caffè può aiutare a ridurre il rischio. Un’assunzione moderata di caffè (3-5 tazzine, come indicato dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) viene associata nella letteratura scientifica a una serie di benefici fisiologici.