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Oltre ad api e vespe, in arrivo il calabrone killer

Sanihelp.it – Ritorna rinnovata la campagna d’informazione Punto nel Vivo, patrocinata da FederAsma e Allergie Onlus Federazione Italiana Pazienti, per far conoscere agli italiani l’esistenza, le caratteristiche e le terapie delle reazioni allergiche da punture di imenotteri.


La famiglia degli imenotteri comprende oltre 100.000 specie d’insetti, tra i quali i più noti e comuni sono le api, le vespe e i calabroni: 9 italiani su 10 sono stati punti almeno una volta nella vita, ma si stima che fino a 8 persone su 100 possano sviluppare una reazione allergica senza essere a conoscenza delle conseguenze, che vanno da una reazione locale importante, in casi più rari allo shock anafilattico fino al decesso (circa 10 casi all'anno accertati in Italia).

E dagli esperti arriva una conferma: quest’estate con tutta probabilità aumenterà nella nostra penisola la diffusione della vespa velutina, conosciuta anche come calabrone killer: ha iniziato a procurare allarme dalla scorsa estate per il suo passaggio dalla Francia alle regioni del Nord Ovest, come Piemonte e Liguria.

Arrivata in Italia dalla Cina, via Francia nel 2012, è classificata come specie aliena e non ha nemici naturali: l’unico in grado di fermarne l’avanzata sembrerebbe proprio l’uomo. Il calabrone killer può essere confuso con il nostro calabrone comune ma ha delle sostanziali differenze: è più piccolo, è lungo circa 3 cm contro i 4 cm del calabrone e ha colori diversi visto che presenta le zampe di due colori nero e giallo e le antenne nere. Si tratta, secondo gli esperti, di una specie aggressiva che può infliggere punture pericolose e potenzialmente letali per l’uomo.

Secondo i dati, le persone che registrano il maggior numero di reazioni allergiche da veleno di imenotteri sono in primis gli apicultori, che registrano fino al 32% delle reazioni sistemiche. Diverso il discorso degli anziani che diventano allergici agli imenotteri: il problema consiste nel rischio di sviluppare reazioni più gravi nella fragilità, dovuto nella maggioranza dei casi alla presenza di patologie concomitanti, per esempio cardiovascolari.

L'immunoterapia specifica oggi non è rimborsata in tutte le regioni italiane pur rappresentando, secondo gli esperti, l’unica terapia in grado di regolare la risposta immunitaria nei soggetti allergici, proteggendoli da successive reazioni nel lungo termine. Alcune regioni come la Campania, Calabria, Basilicata, Sicilia e Sardegna non presentano nessun rimborso, mentre altre come Piemonte e Puglia prevedono alcune facilitazioni.

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