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Già a 6 anni le bimbe pensano di essere meno intelligenti

Un'insicurezza che si ripercuote anche in età adulta

Sanihelp.it – Come si sa, i luoghi comuni sono duri a morire; come nascano, tuttavia, nella maggior parte dei casi nessuno di noi saprebbe dirlo. Per quanto riguarda la convinzione, da parte delle donne, di essere intellettualmente meno dotate e brillanti degli uomini, e sui tempi e modi in cui questo deficit di autostima si manifesta, fa ora luce uno studio di un team di ricercatori americani delle università di New York, Princeton e Illinois, pubblicato sulla rivista Science.


La ricerca ha coinvolto 400 bambini, metà maschi e metà femmine, di età intorno ai 6 anni, che sono stati invitati a eseguire tre test: nel primo, dopo aver fatto loro ascoltare un racconto su una persona molto intelligente, è stato chiesto di decidere se fosse uomo o donna; nel secondo si doveva stabilire chi, all’interno di disegni rappresentanti coppie di sesso opposto, fosse il soggetto più intelligente; nel terzo test i bambini sono stati invitati a collegare alcuni temini legati all’intelligenza a figure maschili o femminili.

Dai risultati è emerso che bambine e bambini di 5 anni associano l’intelligenza al proprio genere in medesime proporzioni; mentre dai 6 anni in su solo il 48% delle femminucce associa la brillantezza al proprio genere, a fronte del 65% dei maschietti.

Secondo Andrei Cimpian, uno degli scienziati della ricerca, con l’inizio della scuola, con l’esposizione ai media, e con il giudizio dei pari, ai bambini viene somministrata la prima massiccia dose di stereotipi sul genere in relazione all’intelligenza, convincendoli che essa è una qualità più consona ai maschi. I ricercatori suggeriscono dunque di iniziare fin da subito a comportarsi in modo univoco con i bambini, trattandoli come esseri completi; nonché di enfatizzare a beneficio di tutti, maschi e femmine, l’importanza dell’impegno: «si rende di più  – conclude Cimpian – quando è questo l’elemento cui imputare la buona riuscita di un’attività o di un compito».

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FonteScience

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