Sanihelp.it – Nasce dai celtici e ogni anno porta milioni di innamorati a baciarsi sotto questa pianta, augurandosi tanta fortuna: il bacio sotto il vischio è una tradizione irrinunciabile ma alcuni disturbi orali come l’alitosi o le gengive gonfie, arrossate e sanguinanti fanno sentire a disagio inducendo a rinunciare a espressioni d’affetto e momenti di gioia condivisa.
Secondo una ricerca realizzata da GfK per GSK Consumer Healthcare, emerge che per il 60% degli italiani l’alito cattivo è causa di imbarazzo sociale e influenza negativamente le relazioni con le altre persone. L’alitosi, che coinvolge circa 30 milioni di italiani almeno una volta nella vita, è considerata come il terzo problema più rilevante fra i disturbi del cavo orale, dopo la formazione di placca e tartaro e i denti sensibili.
Oltre 5 persone su 10 che decidono di rivolgersi al dentista sono spinte dalla percezione di avere un’alitosi, ovvero l’emissione di odore sgradevole durante la respirazione e spesso legato a cattive condizioni della bocca o ad abitudini scorrette. Si stima che l’80-90% delle volte la causa sia da ricercare nella bocca e sia dovuta ai batteri presenti attorno ai denti e sul dorso della lingua. Chi soffre di malattie gengivali è molto più soggetto ad alitosi.
Le persone che realizzano di soffrire di alitosi tendono a limitare i contatti ravvicinati con gli altri: spesso finiscono per evitare di parlare e rinunciare alle espressioni affettuose nei confronti di partner, amici o figli. Recenti studi (Scully & Greenman, 2012) rivelano come l’alitosi sia collegata alle condizioni di salute della bocca: può essere la conseguenza di una cattiva igiene orale, dei primi segnali di parodontite o della presenza di carie.
Nella bocca i batteri anaerobi, ovvero che vivono in assenza di ossigeno, si annidano infatti nelle tasche parodontali, nelle lesioni cariose o più spesso sulla superficie della lingua, producendo un odore sgradevole e di diversa intensità a seconda del livello di gravità. Possono causare l’infiammazione delle gengive, detta gengivite che, se non curata, può aggravarsi in parodontite.
Ecco le 10 semplici regole d’oro del dottor Alessandro Crea, docente di Parodontologia all’Università Cattolica di Roma. Lavarsi i denti 2-3 volte al giorno dopo i pasti principali. Spazzolare bene i denti per almeno 3-4 minuti, pulendo anche gli spazi tra i denti e le gengive utilizzando uno spazzolino adatto alla sensibilità dei propri denti.
Detergere la lingua con lo spazzolino, meglio ancora con gli appositi nettalingua. L’impiego di un collutorio, sempre dietro suggerimento del dentista o dell’igienista dentale, può contribuire ad avere un alito fresco. Ridurre o, ancora meglio, eliminare il consumo di sigari, sigarette e pipe.
Non abusare di caffè e vino perché rallentano la produzione della saliva, che ha il compito principale di lavare via i batteri e tenere la bocca pulita. Minimizzare il consumo di formaggio e salumi: i loro amminoacidi favoriscono la formazione di composti volatili molto pestiferi perchè contenenti zolfo.
Evitare di mangiare aglio e cipolla. Per una prima autodiagnosi, utilizzare i metodi suggeriti dal dentista per capire se si è colpiti o si ha un principio di alitosi. Il più semplice è leccare l’interno del polso con la parte posteriore della lingua e attendere qualche istante che la saliva si asciughi: se, annusando il polso, l’odore residuo risulta sgradevole probabilmente è presente alitosi.
Prenotare periodicamente una visita di controllo dal dentista per intercettare in tempo eventuali disturbi e, quando necessario, una seduta di igiene dentale: la presenza di sangue quando si lavano i denti o si passa il filo interdentale potrebbe essere sintomo di una malattia gengivale.