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Tumore del rene, ecco una nuova combinazione di farmaci

Nuove speranze in ambito oncologico

Sanihelp.it – Da uno studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine e presentato recentemente al Congresso internazionale sui tumori genitourinari (Genitourinary Cancers Symposium, ASCO GU) di San Francisco, è emerso che nei casi più gravi di carcinoma del rene, la combinazione fra un farmaco che risveglia il sistema immunitario e una molecola che colpisce alcune delle funzioni essenziali delle cellule funziona meglio del farmaco sunitinib, l’attuale standard di cura. Oltre a ciò la combinazione ha evidenziato un buon profilo di tollerabilità, in linea con il meccanismo di azione delle due molecole. Si tratta di una scoperta importantissima, giacché pone le basi per un cambiamento nella pratica clinica quotidiana: un nuovo standard terapeutico che costituirà il termine di paragone per la futura ricerca scientifica sulla neoplasia del rene.


Il regime di combinazione è composto da pembrolizumab, molecola immunoterapica anti-PD-1, e axitinib, inibitore tirosin chinasico: i risultati della prima analisi ad interim hanno mostrato che il mix di farmaci ha ridotto del 47% il rischio di morte, migliorando in modo significativo la sopravvivenza globale (OS) rispetto a sunitinib. Dopo un follow-up mediano di 12,8 mesi, il confronto tra i due bracci di trattamento ha evidenziato che le percentuali di sopravvivenza globale a 12 e a 18 mesi erano più elevate con la combinazione pembrolizumab/axitinib rispetto a sunitinib, rispettivamente l’89,9% contro il 78,3% e l’82,3% contro il 72,1%. Anche le percentuali di sopravvivenza libera da progressione a 12 e 18 mesi erano a favore della combinazione (59,6% e 41,1%) rispetto a sunitinib (46,2% e 32,9%); il valore mediano di sopravvivenza libera da progressione era di 15,1 mesi contro gli 11,1 che, tradotto, significa una riduzione significativa del 31% del rischio di progressione della malattia.

Storicamente, i pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato presentano tassi di sopravvivenza a 5 anni inferiori al 10%. Vista l’aggressività della malattia e la bassa prognosi a lungo termine, questi nuovi dati di sopravvivenza su pembrolizumab in combinazione con axitinib offrono dunque la reale possibilità di una nuova opzione di trattamento per i pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato.

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