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Nuovo allarme obesità: aumenta il rischio di pancreatite

Sanihelp.it – Un articolo in pubblicazione su Current Opinion in Gastroenterology dimostra come l’obesità e il sovrappeso siano anche all’origine di un’epidemia nascosta in rapido aumento: quella dei calcoli della colecisti e delle pancreatiti acute, un’infiammazione del pancreas a esordio improvviso che può andare da forme più lievi risolvibili in pochi giorni a forme gravi dall’esito mortale. Esordisce con un dolore addominale alto violento, a cintura, a volte associato a nausea e vomito.


Per prevenirli, è importante il ritorno a un'alimentazione corretta e un uso molto moderato di alcolici (birra, vino, aperitivi, drinks di ogni genere), che oltre a essere se bevuti in eccesso causa importante di danno al fegato, al pancreas, al cuore e al cervello rappresentano anche una importante fonte calorica (in media: 1 litro di birra 430 kcal; 1 litro di vino: 850 kcal).

Già l’allarme obesità era stato ribadito da un articolo pubblicato sul New England Journal of Medicine che aveva esaminato l’effetto di sovrappeso – obesità in 195 nazioni nell’ultimo quarto di secolo. Il bilancio al 2015 parla di 107,7 milioni di bambini e 603,7 milioni di adulti nel mondo (prevalenza del 5 per cento nei bambini  e del 12 per cento per gli adulti).

Secondo i dati riportati da questo lavoro, l’obesità sarebbe responsabile di 40 milioni di decessi (il 7% delle morti totali) e di 120 milioni di anni vita gravati da disabilità. La prima causa di morte correlata all’obesità sono le patologie cardiovascolari, seguite dal diabete. L’obesità comporta un aumentato rischio, oltre che di diabete, di sindrome metabolica e steatosi epatica (fegato grasso).

Obesità e diabete di tipo 2 si associano anche a un aumentato rischio di tumori. Tra i fattori che contribuiscono allo sviluppo di neoplasie sono stati chiamati in causa: l’iperinsulinemia, l’iperglicemia, la dislipidemia, l’aumentata produzione di adipochine e citochine, oltre che alterazioni del microbiota intestinale.

La review aggiunge a questa lista nera dei problemi causasti dall’obesità anche il rischio di sviluppare calcoli biliari e pancreatiti acute. In particolare la pancreatite acuta rappresenta attualmente negli Stati Uniti una delle più frequenti cause di ricovero ospedaliero per patologie gastroenterologiche  (ogni anno vengono ricoverati in Usa oltre 275 mila malati e in Italia circa 15-20mila casi l’anno).

In particolare sarebbe l’obesità viscerale – il grasso addominale – ad avere il maggior impatto come uno dei maggiori responsabili delle pancreatiti acute. Per questo, quindi, per valutare il rischio obesità-pancreatite è più importante il metro  da sarto per misurare il girovita che non la bilancia per controllare il peso e l’indice di massa corporea (Bmi).


L’obesità aumenta il rischio di pancreatite acuta principalmente attraverso la formazione di calcoli biliari e l’aumento del livello dei trigliceridi. Secondo la review appena pubblicata le persone con obesità o sovrappeso hanno una maggiore incidenza di patologie delle vie biliari (calcoli, fango biliare, micro litiasi) che possono causare pancreatite acuta andando ad ostruire i dotti bilio-pancreatici. Le diete di tipo occidentale ricche di grassi animali possono predisporre alla formazione di calcoli biliari  e di colesterolo.

La presenza di diabete negli obesi aumenta il rischio di pancreatite acuta contribuendo all’aumento dei trigliceridi e alla formazione di calcoli biliari. Secondo recenti studi alcuni dei farmaci di ultima generazione utilizzati per il trattamento del diabete di tipo 2 (analoghi di GLP1 e inibitori di DPP4) potrebbero aumentare il rischio di pancreatite acuta.

Sono sempre più numerosi gli studi che evidenziano un rischio di pancreatite acuta a seguito di interventi chirurgici (chirurgia bariatrica) o interventi minimamente invasivi (palloncino gastrico), sia mediato dalla formazione di calcoli biliari che da altri meccanismi.

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