Sanihelp.it – Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Guts, l’utilizzo prolungato nel tempo degli inibitori della pompa protonica (PPI), farmaci comunemente usati per moderare l’acidità gastrica potrebbe aumentare il rischio di sviluppare cancro allo stomaco.
Dallo studio emerge anche come l’eradicazione dell’Helicobacter pylori, un batterio spesso presente nello stomaco, riduce tale rischio, ma la terapia di eradicazione prevede anche l’uso di PPI, che se protratta nel tempo potrebbe di nuovo riaumentare il rischio.
Gli autori dello studio sono arrivati a queste conclusioni dopo aver seguito 63397 adulti, fra il 2003 e il 2012 in terapia per l’eradicazione dell’Helicobacter.
Per tutti l’eradicazione è stata fatta con l’assunzione per 7 giorni di due antibiotici e farmaci per ridurre la secrezione acida e in questo caso di poteva trattare o di PPI o di farmaci afferenti a un’altra classe, ovvero agli antagonisti per il recettore dell’istamina (anti H2).
Durante il periodo di studi il 5% dei pazienti hanno assunto PPI per almeno 3 anni e 21729, anti H2 per lo stesso lasso temporale.
Lo 0,24% dei pazienti compresi nello studio hanno sviluppato cancro allo stomaco, quelli che hanno assunto PPI hanno evidenziato un rischio maggiore rispetto a quelli che sono stati in terapia con anti H2.
Il tempo medio trascorso fra la terapia di eradicazione e l’utilizzo continuativo di PPI si è rivelato di circa 5 anni.