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Nello spazio per studiare l’invecchiamento cellulare

Una nuova speranza per la cura delle malattie degenerative

Sanihelp.it – Giungere a nuovi trattamenti per la cura delle malattie degenerative studiando lo spazio: è quanto stanno cercando di fare alcuni ricercatori italiani, nell’ambito del PlanOx2 dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA): un progetto che ha l’obiettivo di indagare i fenomeni di invecchiamento cellulare e gli effetti della gravità alterata sui processi biologici e, per fare ciò, assume ad oggetto di studio lo stress ossidativo cui è sottoposto l’organismo degli atronauti quando passano lunghi periodi di tempo nello spazio.


Durante il decollo e la permanenza in orbita, infatti, l’organismo è sottoposto a condizioni di gravità alterata che inducono la produzione di specie reattive dell’ossigeno, chiamate Ros. I Ros causano stress ossidativo che determina i danni cellulari. Questo effetto è più pronunciato durante i voli spaziali di lunga durata e resta anche per alcune settimane dopo il rientro. Le nostre cellule sono comunque costantemente soggette all’azione dei Ros, che si producono sia in seguito al metabolismo cellulare che all’esposizione ad agenti esterni quali: raggi X, UV e inquinamento. La produzione di Ros è normalmente bilanciata dall’attivazione di sistemi di detossificazione; ma quando la quantità prodotta è troppo elevata, allora si genera uno stress ossidativo che determina cambiamenti a livello delle molecole che compongono le nostre cellule e possono causare alterazioni nel funzionamento cellulare stesso.

PlanOx2 è un progetto della durata di due anni a cui partecipano: l’Università di Pisa, l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), l’Università di Amsterdam (Jack Van Loon) e il CNR di Marsiglia. Lo studio potrebbe avere importanti ricadute in ambito biomedico, poiché si occupa degli stessi meccanismi che contribuiscono all’insorgenza di molte patologie degenerative, come la distrofia muscolare.

Nello specifico, il progetto prevede una serie di esperimenti condotti presso l’European Space Research and Technology Centre (Esa-Estec) di Noordwijk, in Olanda, utilizzando come sistema modello la planaria: un piccolo verme piatto, molto utilizzato per lo studio delle cellule staminali e dei processi di rigenerazione. E proprio una parte di questi esperimenti è stata condotta nelle scorse settimane utilizzando una strumentazione sofisticata che è in grado di simulare la microgravità (RPM), e una centrifuga a largo diametro (LDC) che consente di sottoporre i campioni a ipergravità.

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FonteESA

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